Mafia, Questore: "La coscienza della città è cambiata" - Live Sicilia

Mafia, Questore: “La coscienza della città è cambiata”

Il commento.

PALERMO – “Una vicenda brutale questo scagliarsi contro la mamma di questa bambina che voleva andare come tutti i suoi coetanei a manifestare contro la mafia e contro la violenza è la testimonianza plastica di quanto dia fastidio a cosa nostra che la coscienza civile della città è mutata, si è rovesciata completamente e non è più una coscienza di omertà e di assuefazione, sopraffazione alla violenza ma è una coscienza che urla che dice chiaramente che con Cosa Nostra non vuole avere nulla a che fare”. Lo ha detto il questore di Palermo Leopoldo Laricchia commentando la vicenda della bimba a cui è stata negata dal boss la partecipazione alle manifestazioni per ricordare i giudici uccisi dalla mafia Falcone e Borsellino.

“Penso che su un mandamento mafioso storico e radicato come quello di Brancaccio l’attività del racket non sia mai cessata. Dai riscontri investigativi della questura, coordinati dalla Dda, si conferma che la mafia trae sostentamento da racket e droga. Il racket serve per mantenere le famiglie dei carcerati. Anche durante il lockdown le estorsioni sono andate avanti. Certo con qualche difficoltà. Abbiamo ricostruito 50 estorsioni e altre 50 sappiamo che sono avvenute ma sulle quali non abbiamo elementi probatori certi spendibili processualmente”. Lo afferma il questore di Palermo Leopoldo Laricchia commentando l’operazione Tentacoli della squadra mobile che ha portato nella notte a 13 fermi nei mandamenti Brancaccio e Roccella. “Sono state prese di mira – aggiunge – tutte le attività commerciali. Gli uomini di cosa nostra avevano difficoltà a riscuotere il pizzo e dovevano giustificarsi anche con i parenti dei carcerati che non ricevevano il sostegno economico atteso. A volte le mogli dei detenuti minacciavano i boss per il mancato assegno mensile prospettando la possibilità di fare pentire i parenti”.


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