Le nostre lacrime e il sorriso luminoso della giovane Carolina

Le nostre lacrime e il sorriso luminoso della giovane Carolina

Il dolore per Carolina Palizzolo scomparsa a ventisette anni.

La voce chiamata stamattina piangeva, mentre rispondeva. La telefonata aveva un altro scopo, ma il frangente era tremendo. “Scusami, ci sentiamo dopo. Sono qui per la figlia di un mio carissimo amico che se n’è andata di colpo. Scusami”. La ragazza di cui si narra è Carolina Palizzolo.

Nel raccontare la sua morte improvvisa a soli ventisette anni – parrebbe per aneurisma – abbiamo pubblicato tutti la stessa foto che mostriamo. E un motivo c’è. Se la incontri, ne resti ipnotizzato. Non soltanto per l’evidente splendore di una bellezza in senso classico, ma per quello che avverti dietro le quinte del corpo, nella profondità dell’anima. E provi il dolore di avere scoperto che esisteva quel sorriso luminoso, di cui prima non sapevi nulla, nel momento esatto in cui realizzi che non l’incontrerai mai più. Non su questa terra di ghiacciai e primavere, almeno.

Cosa racconta quel sorriso? Il cammino di una persona cresciuta nella saldezza dell’amore e, per questo, vocata all’amore come una benedizione. In quel sorriso ci sono le carezze e gli sguardi di un padre e di una madre. Ci sono le passeggiate davanti al mare. Ci sono gli inverni con la cioccolata calda. E i compiti da fare. Ci sono i cartoni animati di una volta e i disegni animati delle nostre speranze di adesso. E c’è una gioia nonostante. Nonostante gli inverni, nonostante le delusioni, nonostante le sconfitta che sono una parte inemendabile del bagaglio e si trasformano in un peso sul cuore. Quel sorriso racconta una leggerezza acquatica, una felicità che scorre. Un approdo da raggiungere con un paio di bracciate. E una generosità che si donava senza prestare niente, regalando tutto.

Noi che non la conoscevamo, purtroppo, noi che abbiamo appreso della sua scomparsa nell’occasione della sua comparsa nella nostra vita, insieme con i tantissimi che conoscevano Carolina e l’amavano, ci sentiamo vicini alla sua famiglia, come se fosse la nostra famiglia. Sappiamo che la ferita è orrenda, ma che, da quelle parti, ci sarà coraggio per amare ancora. Per scegliere ancora l’amore come compagno di viaggio. E lo sappiamo perché ogni immagine rivela più di ciò che sottolinea. Il sorriso che mostriamo è una porta che conduce ad altri sentieri bellissimi. Che immortali restano, nonostante la morte. Il sorriso di Carolina veniva da altri sorrisi. E non si smarriranno.

Oggi Carolina Palizzolo è stata salutata all’Addaura, alla chiesa del Roosvelt, nella Messa celebrate da un sacerdote e amico, don Fabrizio Fiorentino, che l’ha raccontata con parole toccanti. Come sono state toccanti le parole dei familiari, piegati dal dolore ma non dalla disperazione. Un volo di gabbiani si è alzato, a un certo punto, mentre il professore Luigi, il papà di Carolina, parlava al cuore dei presenti in chiesa. Un tuffo di ali bianche nel cielo azzurro.

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