Covid, l'allarme del primario: "A rischio gli altri pazienti"

Covid, l’allarme del primario: “A rischio gli altri pazienti”

Provenzano è intervenuto alla pre-agorà sul tema della sanità territoriale organizzata dal Pd di Partinico

PALERMO“Il Covid non è ancora finito ma è impossibile pensare che ci possano essere il 40 per cento in meno di interventi chirurgici durante il Covid e il 70 per cento in meno di visite specialistiche. Stiamo assistendo al peggiorare della situazione, se non alla morte, dei pazienti cronici. Per questo bisogna riprogrammare la sanità a livello regionale”.

A lanciare l’allarme è Vincenzo Provenzano, diabetologo e primario del Covid-hospital di Partinico, intervenendo alla pre-agorà sul tema della sanità territoriale organizzata dal circolo del Pd di Partinico. Da quando il presidio ospedaliero di Partinico è stato riconvertito a marzo 2020 per ospitare solamente i pazienti Covid della Sicilia occidentale, molti specialisti sono stati costretti a trasferirsi altrove. “E molti altri che sono fermi da due anni, come i cardiologi, vogliono andare via” spiega Provenzano.

L’appello che il noto diabetologo lancia al mondo della politica è netto: “Occorre riprogrammare la sanità a livello regionale. Qualsiasi medico – continua Provenzano – dopo due anni che ha messo da parte la propria specializzazione lavorando solo con pazienti Covid, non ce la fa più. Quindi occorre un’organizzazione diversa. Spero che la politica accolga questa mia proposta. Che, alla fine, è la proposta dei nostri medici”.

A preoccupare il territorio partinicese il fatto che l’ospedale civico possa essere declassato in vista dell’inaugurazione della nuova mega struttura dell’Ismett in costruzione a Carini, la cui apertura è prevista tra il 2022 e il 2023. “Ci sono buone possibilità che l’ospedale di Partinico possa affrontare la sfida dell’Ismett di Carini, ma occorre organizzarsi per offrire qualcosa di peculiare perché quando nascono ospedali di quel genere, con altissime specialità, se non sei organizzato no puoi reggere il passo”.

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