"Non siamo sceriffi”: green pass, i ristoratori non ci stanno - Live Sicilia

“Non siamo sceriffi”: green pass, i ristoratori non ci stanno

La preoccupazione della categoria per l'obbligo di chiedere ai clienti la certificazione vaccinale.

CATANIA – Non sono contro la campagna vaccinale né contro le altre misure, e ci tengono a sottolinearlo. Ma non vogliono neanche assorbire tutto il colpo delle nuove misure contro il Coronavirus. I ristoratori, che secondo l’ultimo decreto dovrebbero chiedere il green pass e i documenti ai clienti che vogliono sedersi per mangiare al chiuso, non vogliono rivestire questo ruolo da sentinelle della campagna vaccinale. Parla Roberto Tudisco, rappresentante dei Ristoratori Siciliani Indipendenti.

Vaccini e documenti

“Non vogliamo diventare sceriffi”: Roberto Tudisco, che oltre a rappresentare diversi ristoratori siciliani è titolare di un’osteria nel catanese, manifesta tutto il disagio di doversi improvvisare ufficiale di pubblica sicurezza, senza averne titolo né competenze. “Cosa faccio se qualcuno non vuole mostrarmi il green pass? Cosa faccio se, dopo aver visto che non ha l’autorizzazione, decide di insistere? Noi ristoratori non abbiamo la copertura di essere pubblici ufficiali, né l’addestramento. Perché metterci in mezzo così?”. L’alternativa, dice Tudisco, sarebbe di affidare i controlli alle forze dell’ordine: “Ci sono già tutti i mezzi per controllare. Noi possiamo affiggere cartelli in cui ricordiamo l’obbligo di avere il green pass, ma se durante un’ispezione in un ristorante un cliente viene trovato senza i documenti in ordine si può fare la multa a lui, invece di minacciare noi con la chiusura e una multa di mille euro”.

“Siamo dei capri espiatori”

La sensazione di disagio del settore della ristorazione è diffusa fin dai mesi delle chiusure obbligatorie, sottolinea Tudisco: “Siamo stati sette mesi chiusi perché sostenevano che noi eravamo veicoli di contagio, e nel frattempo c’erano centri commerciali pieni, poste, supermercati, mercati all’aperto pieni di assembramenti e così via. Ora si sta un po’ ripetendo la stessa cosa, chiedono a noi di trasformarci in controllori mentre tantissime altre attività possono fare a meno di chiedere il green pass, e sui mezzi di trasporto non c’è proprio nessun controllo”.

Il problema può essere anche quello di respingere i clienti. Tudisco sottolinea che già adesso molte persone, pur di non sentirsi chiedere il certificato vaccinale, preferiscono stare alla larga dai ristoranti. “Forse alcuni possono permettersi di rinunciare ai clienti – dice Tudisco – ma noi no, dopo tutti i problemi dell’ultimo anno. Abbiamo fornitori da pagare, gli affitti dei locali, i collaboratori assunti per la stagione: metterci in mezzo in questo modo è folle. Stiamo già sanguinando, dovrebbero lasciarci stare e trovare altri metodi di rinforzare la campagna vaccinale, di cui, lo ripetiamo, siamo favorevoli. Ma non siamo favorevoli a diventare il cuscinetto tra lo Stato e i cittadini per rinforzare le vaccinazioni”.


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