Formazione, Ugl contro l’assessorato: "Rischio licenziamenti"

Formazione, Ugl contro l’assessorato: “Rischio licenziamenti”

Contestata la circolare che regola i corsi contro la dispersione scolastica
IL SINDACATO
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Formazione professionale, Ugl contro l’assessorato: “La circolare sulle scuole dei mestieri causerà licenziamenti”.

“La dispersione scolastica è alle stelle, gli anni più qualificanti dei corsi di formazione per giovani non sono partiti, le famiglie sono allo stremo e adesso le scuole dei mestieri, per allinearsi a una recente circolare dell’assessorato all’Istruzione saranno costrette a licenziare centinaia di lavoratori”.

A lanciare l’allarme è Giuseppe Messina, segretario generale dell’Ugl Sicilia, commentando la circolare 14 del 3 agosto 2021, un atto con cui l’assessorato regionale, fissa le regole e finanzia i primi anni dei corsi Iefp, corsi di istruzione e formazione professionale, per il prossimo anno scolastico.

Ogni anno l’assessorato emana la circolare che mira a fare finanziare i corsi professionale organizzati da tanti enti per consentire che quanti più giovani spinti dalla possibilità di imparare un mestiere non abbandonino la scuola. “Quest’anno la circolare però – spiega Messina – ci ha presentato una sorpresa del tutto insensata. Senza averne mai parlato nelle oltre 20 ore di incontri preliminari con le parti sociali, l’assessorato ha introdotto infatti un tetto di spesa per la voce personale. Questo tetto – chiarisce – determina un meccanismo perverso di restituzione delle somme erogate agli enti. In sostanza il finanziamento agli enti rimane uguale ma vengono introdotti tetti di spesa che non consentono la copertura totale del costo del personale. In termini numerici – prosegue Messina – con la mano sinistra l’assessorato regionale dell’Istruzione, guidato da Roberto Lagalla, eroga 84 mila euro per ogni singolo percorso formativo IeFP e con la mano destra si riprende diverse migliaia di euro a seconda della organizzazione del personale nei vari enti e delle dimensioni strutturali aziendali. E come se non bastasse – dice Messina – ad essere penalizzati sono solo gli enti formativi non allineati a vecchi stereotipi contrattuali, determinando condizioni di sleale concorrenza tra soggetti partecipanti con le stesse regole d’ingaggio a medesimi avvisi pubblici”.

Il rischio quindi è quello di licenziamenti collettivi per evitare di restituire risorse e mandare in crisi gli enti. “Registriamo un brusco cambio di tendenza – afferma il sindacalista – nell’azione di un governo regionale che si è distinto per la capacità di dare un nuovo assetto e rilancio al settore, grazie al mantenimento della continuità delle attività formative destinate ai minori in obbligo scolastico. Assistiamo, dunque, a una regressione che invece vanifica gli effetti economici prodotti, non tiene conto dei lavoratori formati e sta finendo per produrre una barca di licenziamenti”.

Il sindacato chiede quindi l’intervento del presidente della Regione Nello Musumeci. “Chiediamo al governatore – dice Giuseppe Messina – che intervenga per garantire parità di trattamento nell’accesso e gestione delle risorse pubbliche nel settore della formazione professionale perché così l’assessorato regionale all’Istruzione entra a gamba tesa nei rapporti tra soggetti privati. A parità di finanziamento, con il tetto di spesa, si finisce per preferire un contratto che dà meno risorse ai lavoratori piuttosto che un contratto collettivo innovativo che, pur non costando un euro in più alla Regione, garantisce un trattamento salariale più vantaggioso”.

Dalla parte datoriale anche Federterziario è allarmata. “Abbiamo chiesto ai nostri uffici legali – afferma il presidente Antonino Reina – di verificare se alcuni elementi della circolare possono determinare danni agli enti di formazione tali da configurarsi come causa di crisi d’impresa”.


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