Addio a Nino Milazzo, alfiere umile e autorevole del giornalismo

Addio Nino Milazzo, alfiere umile e autorevole del giornalismo

Un uomo perbene che a tutti noi lascia in eredità una lezione di semplicità, tenerezza e dedizione al lavoro.

CATANIA. “Da una cosa non possiamo sfuggire noi giornalisti: dal raccontare sempre la verità. Altrimenti si è altro, non certo un giornalista”.
Era il gennaio del 2020 e Nino Milazzo il Direttore mi congedò da casa sua con parole che non gli avevo sollecitato ma che spuntarono d’improvviso al termine di una intervista che assunse fin da subito un tono confidenziale. Quasi un testamento morale da tramandare a chi comincia oggi questa professione.
Nino Milazzo il Direttore se n’è andato a 91 anni. Se n’è andato nei giorni roventi tanto quanto lo è stata la sua penna e la sua coerenza intellettuale. 

Ricordare oggi le sue esaltanti esperienze dal Corriere della Sera, alla Rai fino alla grande epopea di Telecolor è un fatto quasi scontato.
Nino Milazzo ha incarnato in pieno la magia, l’autorevolezza, il carisma ma soprattutto l’umiltà del cronista che cammina per la strada in cerca di notizie.
Nino Milazzo è stato un maestro di giornalismo anche nel raccogliere volti e parole, dolore e gioia: è stato letteratura del quotidiano.
E non sempre gli umili cronisti riescono a essere amati. Perché l’umiltà, in sé e per sè, viene considerata quasi sempre come un accessorio del giornalismo e non come l’impronta che mette in risalto carattere e talento. Tante volte si preferisce il vanto e la vana supponenza dello scoop.

Ed anche in questo, la vita ed i racconti di Nino Milazzo il Direttore ci hanno consegnato un uomo perbene che a tutti noi ha lasciato in eredità una lezione di semplicità, tenerezza e dedizione al lavoro.
Tanto lavoro.
Buon viaggio Direttore.

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