"Giovanissimi e fortissimi: 12-19 anni, nessun rischio, vaccinatevi"

“Giovanissimi e fortissimi: 12-19 anni, nessun rischio, vaccinatevi”

Parla l'infettivologo. Solo con l'immunità di gregge si toglie al virus la forza di replicarsi

PALERMO – Raggiungere l’immunità di gregge ed evitare che il virus possa trovare nelle fasce scoperte il terreno fertile per mutare in qualcosa che ancora non si conosce e dunque più pericoloso. Ecco i due motivi chiave per cui, secondo Carmelo Iacobello, direttore dell’unità di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro di Catania, anche i ragazzi fra i 12 e 19 anni devono vaccinarsi.

I numeri dei vaccinati

I dati aggiornati a ieri, 12 agosto, dicono che in Sicilia ha già completato il ciclo vaccinale il 25,53% dei 406.593 ragazzi. Se si considera soltanto il dato relativo alla prima dose la percentuale sale al 39,15% significa che sono stati 159.183. dati in linea con la media nazionale.

Dal 16 agosto senza prenotazione

Dal 16 agosto tutti i ragazzi potranno vaccinarsi senza prenotazione. Lo ha scritto il commissario nazionale per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo in una lettera inviata alle regioni. Nei giorni scorsi c’è stato un appello della Società di pediatria per estendere le vaccinazioni ai più piccoli anch’essi vittime del Covid.

È vero che i più giovani sono coloro pagano le conseguenze meno gravi. È altrettanto vero, però, che in Italia il 5,5% dei casi (240.105) con 14 morti riguarda la fascia tra 0 e 9 anni, mentre il 10,0% (436.938) con 16 decessi quella tra 10 e 19 anni.

Senza i giovani niente immunità di gregge

Se si chiede a Iacobello perché ritiene necessario vaccinare i giovanissimi la sua risposta è chiara: “Non tanto per proteggere i ragazzi, che hanno una capacità di resistere al virus migliore rispetto a chi è in età avanzata, ma per raggiungere l’immunità di gregge che può servire a limitare al circolazione del virus. Tanto più circola, tanto maggiore è la possibilità che possa mutare in varianti pericolose”.

Iacobello vede nei vaccini l’arma necessaria affinché “i giovani possano riprendere l’anno scolastico senza didattica a distanza che è stata per loro una delle cose più terribili”.

“Giovanissimi e fortissimi”

A chi teme che i vaccini possano provocare conseguenze negative nella salute dei giovanissimi Iacobello offre “una considerazione empirica”, facile e rassicurante: “Se i ragazzi sono quelli che resistono naturalmente meglio al virus perché per loro dovrebbe essere più pericoloso il vaccino che è una fotocopia del virus? Saranno fortissimi”.

L’inizio della scuola si avvicina, appare complicato ipotizzare che tutti i ragazzi si vaccinino prima del suono della campanella: “Il vaccino esiste da otto mesi e non si può recuperare il gap accumulato, ma è bene cominciare e non guardare sempre il lato negativo delle cose”.

Evitare che il virus si replichi

È vero, Iacobello ribadisce un concetto chiave, che “il virus nei giovani dimostra di non essere così capace di incidere anche da un punto di vista clinico, però c’è da dire che man mano che la popolazione si immunizza le fasce scoperte sono quelle in cui il virus può replicarsi per perpetuare la sua esistenza”. Nessuno ha la sfera di cristallo, ma conclude l’infettivologo, “se si lasciano fasce scoperte è lì che bisognerà capire se alcune varianti possono essere pericolose anche per i giovani”.


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