Minardo e l'ordinanza di Musumeci: "Non ci piace il metodo"

Minardo e l’ordinanza di Musumeci: “Non ci piace il metodo”

Intervista al segretario della Lega in Sicilia
CORONAVIRUS
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PALERMO – La Lega di lotta e di governo dice sì al green pass per accedere agli uffici e ai servizi, ma è un sì condizionato all’esistenza dei servizi telematici o all’obbligo vaccinale. Senza obbligo, però, per la Lega il cittadino è libero e dunque non può essere discriminato. La disposizione del governatore Musumeci, che vieta l’accesso ai pubblici uffici per chi non ha il green pass, è al momento sospesa, in attesa che il Garante della privacy sciolga le riserve che ha manifestato. La Lega avrebbe voluto maggiore condivisione nel prendere una decisione così importante. “Non siamo d’accordo nel metodo”, dice il segretario regionale del Carroccio Nino Minardo. “Una iniziativa a tratti istintiva”, aggiunge.

Perché contestate l’ordinanza sul green pass negli uffici pubblici?

“Quella posta dalla Lega è una questione di metodo più che di merito. Sull’accesso agli uffici pubblici potrei essere d’accordo, laddove i comuni i siciliani fossero dotati di un sistema telematico tale per cui il cittadino può, tranquillamente, fare da casa ciò che è invece costretto a fare in un ufficio. Non possiamo dire dall’oggi al domani che si accede soltanto con il green pass. Per esempio c’è un periodo di vacatio tra il momento della vaccinazione e la consegna del green pass che non può finire con l’essere un danno per il cittadino. Su questo siamo, quindi, contrari non in linea di principio ma perché prima va adeguato il sistema per offrire il servizio al cittadino sempre e comunque. Se il vaccino non è obbligatorio vuol dire che il cittadino è libero di scegliere. Io, per esempio, mi sono vaccinato non appena è stato possibile e invito a farlo, ma fin quando non è obbligatorio dobbiamo rispettare anche chi decide diversamente e metterlo nelle condizioni di condurre una vita normale”.

Quali le vostre proposte?

“Un esempio è l’iniziativa del nostro assessore ai beni culturali, Alberto Samonà, che ha fatto una cosa importante facendo il tampone gratuito a tutti coloro che vanno a visitare il nostro patrimonio artistico. Un modello che può benissimo essere esteso ad altre situazioni. E’ giusto essere prudenti, tutti dobbiamo preoccuparci di tutelare la salute pubblica. L’aumento era prevedibile visto che la nostra è una regione turistica. Non abbiamo condiviso l’incertezza che alcuni provvedimenti provocano in cittadini e imprenditori. Se è vero che il problema principale è quello sanitario, non dobbiamo dimenticare l’aspetto economico che è legato al settore turistico. Un ambito che in questo periodo ha visto un po’ di luce dopo mesi e mesi di sofferenza e con ristori insufficienti. A queste persone dobbiamo offrire tutto tranne che l’incertezza. Se in piena estate, nei giorni di ferragosto, tiriamo fuori un’iniziativa, per altro a tratti istintiva, che può ingenerare incertezza e confusione nell’opinione pubblica creiamo un danno. Dall’introduzione del green pass c’è stato un numero importante di disdette delle prenotazioni e così rischiamo di non produrre gli effetti desiderati sul piano sanitario”.

Avreste voluto un maggior coinvolgimento da parte del governo regionale?

“Tuttologi non ne esistono e vediamo che anche nel campo scientifico le idee opposte sono parecchie e in materie così delicate serve un confronto costante. Una compagine esiste per questo, per avanzare proposte e fare una sintesi in tempi rapidi. Confrontandosi si producono provvedimenti migliori”.

La annunciata seduta straordinaria dell’Ars potrebbe essere un’occasione?

“Assolutamente sì, con quella degli incendi sono due emergenze enormi che il nostro territorio sta affrontando. Sul fronte degli incendi non abbiamo condiviso la superficialità della visita del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. E’ stata mediocre perché non è stata conclusiva, ha avanzato ipotesi e dubbi ma intanto c’è una Sicilia travolta da incendi, con vittime e attività imprenditoriali distrutte. Come Lega abbiamo fatto proposte concrete. Vogliamo inasprire le pene per questi criminali che appiccano le fiamme, attivare i ristori per chi ha subito danni e realizzare un piano per ripiantare il verde distrutto. Non possiamo, infine, dimenticare che ci sono stati uomini che hanno lavorato senza sosta. La Sicilia merita risposte non soltanto analisi e ipotesi. La regione fa quello che può, ma danni di questo genere meritano l’azione dello Stato. E’ da apprezzare che il ministro sia venuta a Palermo, ma il tema non andava affrontato in questi termini”.


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