Rendere obbligatoria la vaccinazione è l’unico modo per uscire dalla crisi: lo dice in un’intervista a Il Messaggero il leader della Cisl, Luigi Sbarra. “Abbiamo a cuore l’interesse generale e il vaccino è l’unica via che potrà portarci fuori da questo tunnel – aggiunge – nella delicata fase che stiamo attraversando ogni soggetto deve esercitare le proprie prerogative, senza ambiguità, senza scorciatoie o vie surrettizie. E la svolta sull’obbligo spetta solo al legislatore”.
“Confindustria? Non accettiamo lezioni”
Rispetto alle accuse rivolte dal presidente della Confindustria Bonomi ai sindacati, di non aver voluto aggiornare i protocolli di sicurezza, “la Cisl si è detta disponibile ad aggiornare, rafforzare e adeguare i protocolli già il 2 agosto, in occasione di un vertice con Draghi – sottolinea -. Non accettiamo lezioni da nessuno. Tanto meno da chi tarda a dare risposte coerenti con gli accordi firmati in questi mesi”. A Confindustria “diciamo di concentrarsi per allargare i punti di vaccinazione nei luoghi di lavoro, di evitare fughe in avanti con iniziative improvvide e unilaterali, di far rispettare alle proprie associate l’avviso comune contro i licenziamenti. È su questi capitoli che dovremmo lavorare unendo sforzi oltre che risorse, e non gettando benzina sul fuoco”.
“Bene il green pass, ma…”
Il green pass “è sicuramente uno strumento utile ma sono inaccettabili le imprese che in maniera solitaria e senza alcun confronto vogliono fissare regole per l’ingresso nelle fabbriche e negli spazi comuni. Chiediamo al governo di fare subito chiarezza”.
Venendo al decreto anti-delocalizzazioni “è una norma condivisibile, equilibrata e collaudata” sottolinea Sbarra, commentando le critiche di Bonomi. “Qui si tratta di imporre alle multinazionali e ai grandi gruppi di non usare l’Italia come una terra di safari, di reintrodurre uno spirito e una responsabilità sociale nelle strategie d’impresa, nello stabilire che i lavoratori e le loro famiglie non sono pedine sacrificabili sull’altare del solo profitto”.