Urla, terrore, tentato stupro: il giudice dispone condanna "light"

Urla, terrore e tentato stupro: il giudice dispone condanna “light”

L'esito giudiziario di un episodio avvenuto alcuni mesi fa

ENNA – Secondo il Tribunale di Enna sarebbe lui l’aggressore che il 26 novembre scorso tentò di stuprare una donna all’interno di un palazzo di Enna bassa. Un tentativo fallito grazie alla forza d’animo della vittima, che riuscì a divincolarsi e ad attirare l’attenzione di alcuni giovani in prossimità della casa mentre lui fuggiva. Per questo adesso un trentasettenne ennese, F.A., è stato condannato in primo grado a 1 anno e 4 mesi di reclusione. La sentenza è stata emessa dal gup di Enna Giuseppe Noto. Una pena piuttosto mite, dunque, anche per via della scelta del rito abbreviato operata dal difensore dell’imputato, il penalista Michele Baldi.

Inchiesta-lampo

L’aggressione a sfondo sessuale risale alla tarda serata dell’ultimo giovedì di novembre. F.A. avrebbe raggiunto il locale dove si trovano i contatori di un palazzo a Enna bassa e l’avrebbe staccato due volte, sapendo che la donna sarebbe scesa da sola. A quel punto le sarebbe saltato addosso ma lei riuscì a trovare la forza di sfuggire, gridando e attirando l’attenzione di un gruppo di giovani che stavano transitando davanti al palazzo. Per l’individuazione del presunto aggressore fondamentale si è rivelato il ruolo dei testimoni, che per una volta, nel cuore della Sicilia, non si sono girati dall’altra parte ma hanno chiamato il numero unico d’emergenza, descrivendo agli agenti la macchina del fuggitivo. Sul posto anche la sezione Volanti e la polizia scientifica. Decisivo, ovviamente, è stato anche il ruolo della vittima, che ha fornito una descrizione dell’abbigliamento e della corporatura dell’aggressore.

Condanna al risarcimento danni

Oltre ai sedici mesi di reclusione, l’imputato è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali, interdetto in perpetuo da tutti gli uffici attinenti la tutela, la curatela e l’amministrazione di sostegno, interdetto dai pubblici uffici durante la pena e condannato al risarcimento danni nei confronti della parte civile, assistita dall’avvocato Eleanna Parasiliti. Risarcimento da quantificarsi in sede civile. Il trentasettenne si trova agli arresti domiciliari da quando fu catturato, dagli uomini della Mobile di Enna, nel corso di un’inchiesta coordinata dalla Procura diretta da Massimo Palmeri. Nel frattempo, su richiesta del questore Corrado Basile, a carico del trentasettenne, che ha precedenti per stalking, maltrattamenti, rissa, lesioni e molestie, è stata disposta la sorveglianza speciale per due anni. Sorveglianza che inizierà a decorrere da quando l’uomo lascerà i domiciliari. Intanto il suo legale ha annunciato che presenterà ricorso in appello.
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