Green pass e Università, Micari: "Rispettare la legge" - Live Sicilia

Green pass e Università, Micari: “Rispettare la legge”

Lezioni al via da fine settembre, ma soltanto con il certificato verde. Il rettore Micari annuncia le sanzioni per chi non si adeguerà.

L’Università di Palermo a fine mese riprenderà le lezioni in presenza. Studenti e professori potranno accedere soltanto se in possesso del green pass. Anche la cittadella universitaria è attraversata dalle contestazioni di chi non vuole vaccinarsi e non vuole sottoporsi ad un continuo tampone, per di più, a pagamento. “Le sanzioni sono previste da una legge dello Stato che va rispettata”, avverte il rettore Fabrizio Micari che abbiamo intervistato in proposito.

A fine settembre riprendono le lezioni all’Università di Palermo, un microcosmo di quasi 50 mila persone. Quali misure avete preso per garantire il regolare svolgimento delle attività?

“Agli ingressi ci sarà il personale addetto al controllo del certificato e non soltanto. Il ministero, infatti, ha dato indicazioni precise e per esempio misure come il distanziamento e la rilevazione della temperatura continuano ad applicarsi. Il sistema sarà a regime per fine mese a meno che non accadano situazioni disastrose impreviste. Le lezioni saranno in presenza e in sicurezza”.

Il green pass per l’accesso all’Università è uno strumento utile?

Io sono assolutamente convinto dell’uso del green pass e auspico la vaccinazione obbligatoria. Al di là, però, delle valutazioni personali c’è un’indicazione precisa del governo verso il ritorno delle attività in presenza e sull’uso del certificato verde. Già a partire da stamattina abbiamo messo in atto tutte le indicazioni arrivate dalla ministra dell’Università Maria Cristina Messa. Ricordiamo che la disposizione vale anche per tutto il personale che gravita intorno all’Università come i dottorandi o gli specializzandi. Quasi 5000 persone compresi i professori e gli amministrativi. Più i 43.500 studenti.

Lezioni in presenza e online?

Manterremo le lezioni online per il primo semestre e forse per l’intero anno. Perché non tutti gli studenti hanno avuto la possibilità di vaccinarsi e così gli permettiamo di ottenere il green pass.

Chiederete anche voi, come ha fatto l’Università di Trieste, il green pass agli studenti collegati da remoto?

Non ne vedo le ragioni e la logica. Forse può essere fatto per cercare di incentivare la vaccinazione, però il certificato verde è legato alle attività in presenza. Al di là dell’estremizzazione, il concetto alla base è che la vaccinazione è l’unico modo in cui scientificamente si può risolvere questo dramma della pandemia.

Una fronda di professori si oppone al green pass perché lo ritiene discriminatorio

Fermo restando il rispetto della libertà di ciascuno, i numeri mi sembrano limitati. Si parla di una dozzina di professori su 1500, una percentuale molto bassa. Rispetto tutti, però la tua libertà non deve danneggiare gli altri e il vaccino è uno strumento di rispetto degli altri. Inzialmente ci potrà essere da parte nostra un momento di maggiore sensibilità, ma non più da quando il Parlamento ratificherà il decreto. Da quel momento, infatti, anche le sanzioni saranno definitivamente una legge dello Stato e in quanto tali andranno rispettate e applicate. Se per cinque volte il personale non si presenta scattano le sanzioni. Oltre la valutazione personale c’è la legge dello Stato.


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