Amministrative, la foto di Adrano e il laboratorio giallorosso

Amministrative, la foto di Adrano e il laboratorio giallorosso

A Milano, Torino e Roma tutto rinviato (forse), in provincia di Catania lavori in corso

Più che da altre parti in Italia, sembra che sia proprio la Sicilia il territorio chiamato a stabilizzare il laboratorio giallorosso e renderlo una proposta da sottoporre sistematicamente ai cittadini. Se a Milano, Torino e Roma è tutto rinviato (forse) al secondo turno, è la provincia di Catania a vantare uno stato-avanzamento-lavori di tutto rispetto. Piazze tra di loro incommensurabili, va da sé. Ma è un chiaro segnale di convergenza la foto delle bandiere di Pd, M5s e Sinistra italiana l’una accanto all’altra. Lo scatto arriva dalla presentazione della candidatura a sindaco del dem Vincenzo Calabrogio ad Adrano, piazza turbolenta del provincia etnea, con l’ex primo cittadino (Angelo D’Agate) sfiduciato lo scorso gennaio dopo 33 mesi di mandato.   

Il Calatino

L’alleanza giallorossa sarà realtà anche a Caltagirone, con Fabio Roccuzzo (proveniente dal Pds) che punta al post Gino Ioppolo, sindaco dal pedigree musumeciano che si è reso indisponibile per un secondo mandato. Si va verso l’intesa anche a Grammichele, patria dell’ex governatore autonomista Raffaele Lombardo e di Angelo Attaguile, il primo esponente siciliano della Lega di Matteo Salvini. Una piazza simbolica, carica di suggestioni. Qui punta al bis il pentastellato Giuseppe Purpora, che ha governato nell’ultimo quinquennio al fianco dell’ex consigliare provinciale eletto con Rifondazione Giuseppe Branciforte. L’ala del Pd più vicina al segretario provinciale Angelo Villari vuole chiudere quanto prima la trattativa. 

Cantieri chiusi

Sembrava a portata di mano, ma alla fine nessuna convergenza è arrivata da Giarre. Con Pd ed M5s che puntavano a blindare l’esperienza del civico Angelo D’Anna, che cinque anni fa ha raccolto il consenso trasversale dei partiti sulla scorta di un sentiment popolare anti-casta che di li a poco avrebbe portato i Cinque stelle a diventare il primo partito d’Italia. Dopo aver governato sia con esponenti di FdI che del Pd, il primo cittadino ionico lancia oggi una bordata contro i professionisti della politica: “Ancora una volta – ha dichiarato – come ci racconta la storia del recente passato, le elezioni amministrative a Giarre saranno il teatro delle manovre delle segreterie politiche e dei comitati d’affari”. Risultato finale? Il M5s sosterrà Elia Torrisi; mentre il Pd pare dividersi su due rivoli: una parte col sindaco uscente e una parte con il civico Leo Cantarella.

A Misterbianco, invece, si è preferito glissare su di una intesa che aveva troppo poco spazio di manovra per andare in porto. Perché, tra la ferrea volontà di Nino Di Guardo, in cerca di una nemesi dopo lo scioglimento degli organi comunali (“Un crimine di Stato”, così lo ha definito), e la linea della discontinuità voluta dai cinque stelle, si è alzato un muro che sia Angelo Villari che il segretario regionale Anthony Barbagallo non sono riusciti a penetrare. In generale, però (magari sovrapponendosi nei ruoli), entrambi portano a casa un risultato politico che è in linea con le indicazione dal Nazareno. Tanto basta. Il resto è affidato ai risultati del prossimo ottobre.

Oltre Catania

Sebbene i comuni attualmente al voto siano relativamente popolosi, Barbagallo può rilanciare il patto giallorosso oltre la provincia etnea. Il leader dei dem siciliani ha già in tasca le intese raggiunte a Lentini, Noto e Favara. Nei prossimi giorni potrebbe arrivare l’accordo per Rosolini. Tutte piazze utili a preparare il doppio voto per Palermo-Città e per Palermo-Regione.

Ed è quest’ultimo arrivo che più interessa al segretario regionale. La foto opportunity di Adrano, con al fianco Pierpaolo Montalto (Si), e soprattutto i cinquestelle Dino Giarrusso e l’ex ministra Nunzia Catalfo, madrina del reddito di cittadinanza, segnano, sì, un punto di partenza, ma viziato da troppe incognite. Quali? L’apertura anti-Musumeci a Cateno De Luca (sindaco metropolitano di Messina); il ruolo di Claudio Fava (presidente commissione antimafia Ars e autocandidato alla presidenza della Regione); e l’individuazione dell’interlocutore unico in Sicilia tra i maggiorenti del movimento guidato da Giuseppe Conte.   


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI