Il Covid rallenta in Sicilia ma aumentano i pazienti in terapia intensiva

Il Covid rallenta in Sicilia ma salgono i pazienti in terapia intensiva

I dati Agenas e il quadro della situazione nell'Isola

PALERMO – A una settimana dall’istituzione della zona gialla in Sicilia, è ancora in salita il tasso di occupazione giornaliero dei reparti di terapia intensiva per malati Covid nell’Isola. Il dato emerge dal monitoraggio giornaliero dell’Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali (Agenas), che confronta i dati di ieri, 5 settembre, con quelli del giorno precedente . I numeri dicono che il virus sta rallentando la sua corsa, e questo tiene a distanza il pericolo ‘zona arancione’, ma il quadro complessivo continua a restare abbastanza critico in una regione che ancora ieri, nell’ultimo report del ministero della Salute al momento disponibile, ha fatto registrare 1.024 nuovi casi con 14.242 tamponi effettuati.

Terapie intensive, tasso di occupazione al 14%

Il tasso per quanto riguarda la Sicilia sale al 14%, mentre la Sardegna è al 13%. La Sicilia, quindi, è ben oltre la soglia d’allerta del 10% che rappresenta uno dei tre parametri per il cambio di colore delle regioni. Il dato cala, invece, in Calabria, Umbria e Veneto. La percentuale di pazienti Covid nei reparti ospedalieri di ‘area non critica’ rispetto al totale dei posti disponibili cresce, invece, dell’1% in Basilicata (raggiungendo il 12%) e cala in Friuli Venezia Giulia e Sardegna, mentre in Sicilia resta stabilmente al 23% e quindi oltre la soglia limite, in questo caso stabilita pari al 15%.

I dati delle altre regioni

Questi i valori di occupazione dei posti Covid rispettivamente in terapia intensiva e nei reparti di area medica in tutte le regioni e province autonome: Abruzzo (3% e 6%), Basilicata (3% e 12%), Calabria (8% e 18%), Campania (6% e 10%), Emilia Romagna (6% e 5%), Friuli Venezia Giulia (9% e 3%), Lazio (7% e 7%), Liguria (4% e 4%), Lombardia (4% e 6%), Marche (10% e 6%), Molise (0% e 7%), Pa di Bolzano (5% e 6%), Pa di Trento (0% e 3%), Piemonte (4% e 3%), Puglia (4% e 8%), Sardegna (13% e 14%), Sicilia (14% e 23%), Toscana (10% e 8%), Umbria (8% e 7%), Valle d’Aosta (0% e 0%), Veneto (4% e 3%). A livello nazionale i valori sono stabili e pari al 6% e 7%.

I numeri settimanali della Sicilia

E che la Sicilia sia ancora in piena ondata lo dimostrano anche i dati settimanali sull’epidemia da coronavirus diffusi dalla Protezione civile nazionale ed elaborati dal Comune di Palermo. Dall’Ufficio statistica di palazzo delle Aquile fanno notare “i primi segnali di un rallentamento della diffusione del Covid-19 in Sicilia”: l’aumento dei ricoverati nell’Isola viene confermato anche se “meno della settimana precedente”. Sul fronte dei nuovi casi, nella settimana appena conclusa i nuovi positivi in Sicilia sono stati 8.600, il 7,6% in meno rispetto alla settimana precedente, quando ancora si era registrato un incremento del 2,5%. In diminuzione anche il rapporto fra tamponi positivi e tamponi effettuati, passato dal 7,3% al 6,6%.

Vaccini e privacy, il caso Messina

A Messina, intanto, scoppia un caso su una presunta comunicazione che sarebbe stata fatta dagli uffici del Commissario Covid ai Comuni: sarebbero stati trasmessi ai sindaci gli elenchi dei non vaccinati contro il coronavirus. Una notizia che ha fato muovere il Garante della privacy e così da Roma sono partite le richieste di informazioni verso gli uffici di Messina. Il caso sembra destinato a fare discutere e ad alimentare lo scontro tra pro e no vax.
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