Palermo, i problemi e i siparietti tra gli aspiranti sindaco - Live Sicilia

Palermo, i problemi e i siparietti tra gli aspiranti sindaco

Gli argomenti sono sempre gli stessi: la munnizza che ammorba ogni angolo di Palermo, che appare sempre più lurida...
LE LETTERE DI DIEGO
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Caro direttore,

Ogni tanto mi capita di assistere a gustosi siparietti tra qualche aspirante Sindaco di Palermo e componenti della giunta Orlando o suoi aficionados. Gli argomenti sono sempre gli stessi: la munnizza che ammorba ogni angolo di Palermo, che appare sempre più lurida, maleodorante e completamente abbandonata oppure i morti accatastati in uno scenario disumano o infine il dissesto del Comune di Palermo. Nelle risposte, di soluzioni neanche l’ombra, ma spesso molto squallidamente, nel dibattito prendono il sopravvento le offese personali che in realtà sono più comode perché evitano soprattutto di rispondere nel merito. Fin qui fatti loro. Quando però qualcuno dell’enclave della sinistra intellettuale e anche no,vuole colpire duramente l’avversario, gli sbatte in faccia l’offesa peggiore: hai fatto parte dell’amministrazione ‘Cammarata’. Eccoti servito. L’offesa non ha neppure bisogno di avere contenuti o di essere spiegata, è in re ipsa. La superficialità e l’approssimazione poi aiutano ad alimentare la disinformazione.
È il loro mantra per spegnere i cervelli.
Ora direttore, all’opposizione di centro destra appartengono politici di lungo corso e non mi sognerei di dare loro consigli, ma se fossi al loro posto, un sussulto di dignità lo avrei e ammetterei le mie responsabilità. In verità, c’è chi pensa che, con quello di cui sono stati capaci, questi ‘parasacchi’ oggi al governo della città, non dovrebbero neppure pensare di pronunciare il mio nome. Io però sono umile e consapevole. Direttore hanno ragione, io l’ho fatta proprio grossa, è inutile sottrarsi.

Direttore, manco fui eletto e dopo vent’anni di sindacatura Orlando in cui l’acqua, quando andava bene, arrivava due volte la settimana (c’erano addirittura i silos per le strade, dallo Zen a viale Campania), con due grandi infrastrutture, costruite nel giro di un anno, risolvemmo un problema che per decenni aveva inciso profondamente nella vita dei cittadini palermitani. Direttore, me lo dicevano, lascialo stare il prato del Foro Italico: “È giallo, arso, morto, bruciato dal sole e dalla salsedine e da chissà che altro ancora.” Niente, io non do mai ascolto alle persone di buonsenso e andai avanti.E così il pratofu rifatto e riconsegnato alla città con un progetto di Italo Rota (2004/2005) che vinse pure la medaglia d’oro alla triennale di Milano per il miglior progetto di arredo urbano. Certo questo fu proprio un colpo basso anche perché ogni tanto Orlando ha cercato negli anni di appropriarsene ed io, spudoratamente ed anche imprudentemente, gli ho ricordato che il prato, quello di cui si occupò lui, quello dei fondi ONU per intenderci, non attecchì mai, perché sbagliarono la semina.

Lo riconosco, non è stata una cosa carina da parte mia. Direttore, quante malefatte: il piano del trasporto pubblico di massa con la metropolitana leggera automatica (irresponsabilmente abbandonata), il rifacimento di gran parte della sottorete, l’impianto di sollevamento della Cala e quello ai cantieri navali (400.000 scarichi in meno in mare), il depuratore Fondo verde su via dell’Olimpo, i giardini della Zisa, la rotonda di via Leonardo Da Vinci, il parcheggio sotterraneo a palazzo di giustizia. Direttore, che cosa ignobile avere fatto ristrutturare il teatro Garibaldi e soprattutto il Nuovo Teatro Montevergini (oggi di nuovo chiuso) e la GAM al convento di Sant’Anna. Brutte storie direttore, pensi che a Montevergini e al museo Sant’Anna, Leoluca Orlando Cascio ha fatto togliere le due targhe commemorative. Ha ragione direttore, che motivo c’era di ricordare il momento dell’inaugurazione di queste due opere?

Direttore, la lascio con una chicca, forse il mio vero peccato originale: ho lasciato i conti in ordine. Il Comune di Palermo ha per tutti gli anni del mio mandato rispettato il patto di stabilità interno, non ha mai fatto uso di anticipazioni di tesoreria (cosa invece di cui Orlando pare abbia abusato), non ha mai fatto uso dei famigerati prodotti derivati, il suo debito pubblico risultava il più basso tra le grandi città e per finire il rendiconto del 2011, l’ultimo anno della mia gestione, è stato chiuso con un avanzo di amministrazione pari ad euro 23.533.428,52. Direttore, un vero disastro!! I conti invece dell’attuale amministrazione? Chi vivrà, vedrà!! Io sono paziente e sereno.


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