Strage di Lentini: il boss Pippo Squillaci resta in silenzio - Live Sicilia

Strage di Lentini: il boss Pippo Squillaci resta in silenzio

Citato come teste dalla difesa, il mafioso si è avvalso della facoltà di non rispondere

SIRACUSA – Sarebbe stato strano il contrario. Giuseppe Squillaci, il capo dei “Martiddina” di Piano Tavola e padre del pentito Francesco, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Nessuna sorpresa dunque durante l’ultima udienza del processo per la strage di Lentini, che vede imputato il boss Sebastiano Nardo davanti alla Corte d’Assise di Siracusa.

La citazione del boss durante il processo è stata chiesta dalla difesa. Ma il silenzio del teste non ha cambiato le carte del dibattimento, quindi si va verso la discussione del pm Rocco Liguori a fine settembre. Un triplice omicidio di cui, il sostituto procuratore, ha già lungamente parlato durante la requisitoria del processo abbreviato Thor che si sta celebrando a Catania. E che vede tra gli imputati proprio Giuseppe Squillaci, considerato il boss che ha dato l’ordine ai “killer” seguendo una richiesta del boss Sebastiano Nardo. Il principale accusatore è proprio Francesco Squillaci che ha riaperto il caso dopo una sentenza definitiva, bollata da Liguori come “errata”.

Il 10 aprile 1991 al bar Golden di via Mazzini a Lentini sono stati ammazzati Cirino Catalano, Salvatore Motta e Salvatore Sambasile. Il bersaglio doveva essere Sambasile. Gli altri due sarebbero innocenti ammazzati nelle fasi concitate della sparatoria. I pentiti (e gli imputati) raccontano però che la vittima innocente sarebbe solo una.


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