I No Vax negli hub con l'avvocato: "Ma li convinciamo"

I No Vax negli hub con l’avvocato: ‘Ma li convinciamo…’

Il commissario Costa e l'immunizzazione strada per strada.
COVID, PARLA IL COMMISSARIO COSTA
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PALERMO- “In questo momento (ieri, ndr) siamo alla Taverna Azzurra, alla ‘Vucciria’, a vaccinare. E’ una festa bellissima. Ci sono tante persone. Noi non ci fermiamo. Vogliamo raggiungere l’ottanta per cento di immunizzazione entro settembre e ci riusciremo”.

In strada per vaccinare

Il dottore Renato Costa è il commissario per l’emergenza Covid, a Palermo (e provincia). E’ stato lui, tra i primi, a introdurre il sistema della somministrazione itinerante. Nei paesi, nei quartieri, strada per strada, per convincere i recalcitranti a proteggersi. E le storie già vecchie, a questo punto del viaggio, sono ammonticchiate in un ripostiglio della memoria, in attesa che arrivino storie nuove. Quelli che vanno negli hub accompagnati dall’avvocato. Quelli che, all’inizio, guardano male, ma poi, per fortuna, decidono di non rischiare più.

Le visite dei No Vax

“Certo che abbiamo avuto anche noi le visite dei No Vax. Vengono all’hub della Fiera, qualcuno con l’avvocato, e chiedono di firmare un consenso modificato in cui si spiega che stanno accettando il vaccino sotto costrizione. Ovviamente non è possibile. Ma si tratta di una sparuta minoranza – dice il commissario -. Molti sono soltanto confusi e vanno accompagnati con garbo, dando tutte le informazioni disponibili. Devi spiegare le cose perbene, rassicurare. E se vai a trovare le persone è più semplice, perché ti vedono e si fidano, capiscono che siamo lì per sostenere”.

La famiglia di Ballarò

“Quando siamo andati a Ballarò – prosegue il racconto – c’era una famiglia che non si voleva vaccinare. Alle dieci del mattino si sono seduti a guardarci con sospetto, quasi con indignazione, a ora di pranzo si sono vaccinati tutti e siamo diventati amici. Ci sono palermitani che non si sposteranno mai per venire in Fiera? Bene, andiamo a trovarli noi. Le resistenze si ammorbidiscono, quando si instaura un bel clima di fiducia”.

La medicina di prossimità

“La mia idea è sempre quella – conclude il dottore Costa – mettere su una medicina di prossimità, il modello che stiamo sperimentando, e che non potrà essere abbandonato dopo la pandemia. Qualcosa che vada oltre lo schema classico medico curante-pronto soccorso. L’importante è stare vicini alla gente con affetto. Se lei viene adesso alla Vucciria non distinguerà i medici dai pazienti, se non per il camice. Ci sentiamo a casa e cerchiamo di fare sentire tutti a casa”. (foto in copertina d’archivio)

Renato Costa

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