Una Opel Zafira li ha portati fino al deposito dei sacchetti di droga

Una Opel Zafira li ha portati fino al deposito dei sacchetti di droga

Così i finanzieri hanno scoperto la rete dello spaccio

PALERMO – L’inchiesta è partita dalla Opel Zafira di Salvatore Lo Franco. Stazionava davanti a un supermercato di Carini dove c’era un gran viavai di clienti che non cercavano pane e pasta, ma droga. Così dicono i finanzieri che lo hanno pedinato e hanno scoperto che riempiva l’auto delle dosi che poi vendeva ai clienti. Lo Franco è uno degli arrestati del blitz coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Lo Franco si faceva aiutare dal figlio Antonino ed entrambi avrebbero risposto agli ordini di Khemais Lausgi, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Quest’ultimo, durante le indagini, è finito in carcere per scontare un residuo di pena di tre mesi, e prima di varcare la soglia del Pagliarelli avrebbe fornito le direttive ai suoi uomini.

Nei nastri magnetici delle intercettazioni dei finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono finite anche le voci dei clienti. Giovani e meno giovani in cerca di sballo. “Mi faccio il Capodanno”, diceva uno di loro. “Me lo porti al villino?”, chiedeva un altro cliente che voleva la consegna a domicilio.

Il fornitore all’ingrossi era Lausgi, che guidava una squadra molto prudente: “Loro telefono non ne usano, dobbiamo andare da lui alla polleria allo Zen1”. Il palermitano di origini tunisine sapeva come pubblicizzare la sua merce: “Con questa tu fa fare la guerra.. tieni di faccio cavalcare un po’”.

Aveva un magazzino allo Zen2 dove la droga veniva conservata nei sacchetti: “… mi fa Gabriele (è così che Lausgi si fa chiamare) là c”è il sacchetto e pesa 15-20 chili”. Tanta d roga, tanti soldi.


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