Ha esultato su Tik Tok per i domiciliari, ora lo hanno arrestato

Ha esultato su Tik Tok per i domiciliari, ora è finito in carcere

Beffa per Francesco Gelfo: il suo tono di sfida gli è costato caro - VIDEO

PALERMO – Il suo tono di sfida gli è costato caro. Francesco Gelfo, 32 anni, accusato di spacciare droga, ha esultato sui social perché invece di finire in carcere gli erano stati concessi i domiciliari. In questa maniera, però, secondo il giudice, ha violato le prescrizioni di non comunicare “con qualsiasi mezzo con persone diverse da quelle che con lui coabitano o che lo assistono”. Da qui l’aggravamento della misura: dagli arresti domiciliari al carcere perché , secondo io giudice, con i messaggi su Facebook e TikTok avrebbe voluto “riaffermare la propria caratura criminale”. GUARDA IL VIDEO DELL’ARRESTO

Gelfo ha scelto la platea di Tik Tok per scrivere: “Me l’avete sucato. Sono a casa con gli arresti domiciliari”. Una frase seguita dalle faccine che ridono. Ed ancora: “La galera e di passaggio sempre a testa alta”.

“Un grossista della droga”

Secondo la Procura di Palermo e i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria, Gelfo sarebbe “un grossista della droga che opera nella piazza dello Zen 2”. Potrebbe avere avuto un peso la parentela acquisita con il cognato di Giuseppe Cusimano, considerato l’ultimo reggente della famiglia mafiosa del quartiere. I finanzieri hanno monitorato i suoi contatti con Francesco Alamia e Antonino Velardi che da lui si rifornivano per alimentare la piazza dello spaccio che avrebbero gestito a Carini. I pubblici ministeri di Palermo contestano a Gelfo la detenzione e la cessione di 500 grammi di hashish ad un prezzo di 800 euro. Ma nelle carte giudiziarie si fa riferimento ad altri episodi e a quantità più rilevanti.

Le intercettazioni

“Un chilo devo dare quello, un chilo e mezzo a quell’altro”, diceva Gelfo. Assieme a lui si muoveva un uomo di cui di cui si conosce soltanto il nome “Enrico”. Mentre gli investigatori lavorano per svelare la sua identità Gelfo reagisce all’arresto con toni sprezzanti. Adesso si sta valutando se frasi sui social rappresentino una violazione del divieto di comunicare con l’esterno.

“La risposta dell’apparato investigativo e giudiziario alla condotta tenuto dal Gelfo mentre era agli arresti domiciliari è stata tempestiva. È un forte segnale nei confronti di chi crede di poter impunemente violare le norme; è l’affermazione della legalità; è lo Stato che vince sull’arroganza”. Lo dice il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della guardia di finanza di Palermo.

Le frasi di Gelfo, secondo il Gip Walter Turturici, “oltre che un evidente oltraggio alla autorità giudiziaria” sono state “anche un messaggio ad una platea indistinta fra cui il tale di nome Enrico non identificato”. Gelfo ha mostrato una “condotta smaccatamente aggressiva”, una “arroganza non comune”.
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