La favola di Zoghlami: “Vi racconto le mie Olimpiadi a Tokyo” - Live Sicilia

La favola di Zoghlami: “Vi racconto le mie Olimpiadi a Tokyo”

“Polizzi ha subito messo in chiaro che ci avrebbe seguito lui. Già da sei mesi dava un’occhiata ai programmi del nostro tecnico”
LA STORIA DI ALA
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È nato a Tunisi, arriva in Sicilia all’età di due anni e infine si trasferisce a Palermo: è la favola di Ala Zoghlami, l’atleta di Valderice finalista alle Olimpiadi di Tokyo nei 3000 siepi. Cresciuto in provincia di Trapani, Ala si trasferisce nel capoluogo siciliano da giovanissimo e dopo una breve esperienza calcistica si dedica unicamente all’atletica leggera.

La sua storia cammina in parallelo con quella del gemello Osama, che si è fermato in semifinale a Tokyo per appena quindici centesimi. Il finalista Ala Zoghlami si è raccontato ai microfoni di Live Sicilia, svelandoci anche qualche retroscena del suo percorso di crescita sportivo e delle Olimpiadi di Tokyo.

“Sono nato a Tunisi nel 1994, ma a circa 2 anni io e mio fratello ci siamo trasferiti in Italia. Già mio padre era partito e lavorava qui, quindi quando siamo arrivati abbiamo iniziato la nostra crescita a Valderice, che è diventato il nostro paese. Paradossalmente io ho giocato a calcio fino all’età di 16 anni, l’atletica la praticavo solo d’estate a fine campionato. Ci sono stati due episodi che hanno cambiato tutto: il primo quando ho fatto il tempo minimo per un campionato italiano, se non ricordo male nella categoria Allievi. Ero arrivato quarto senza manco allenarmi. Il secondo invece riguarda il mio allenatore dell’epoca che era il direttore tecnico della squadra. Durante le fasi societarie io avevo corso in circa 9’20’’ nei 3000 siepi, era stata la miglior prestazione di quell’anno a livello italiano. E’ stato lì che ho iniziato a dedicarmi soltanto all’atletica. Il calcio poi non mi ha offerto granché, ho avuto la possibilità di giocare in Serie D ma alla fine ho fatto circa un anno e mezzo in Eccellenza. Poi il prof mi ha dato la possibilità per il trasferimento a Palermo e abbiamo sfruttato l’opportunità. Purtroppo a Valderice non ci sono i mezzi adatti per fare questo tipo di atletica. Ne abbiamo parlato in famiglia e abbiamo deciso di andare a Palermo”.

Ala e Osama Zoghlami

Nel capoluogo siciliano, i fratelli Zoghlami vengono accolti nella famiglia del Cus Palermo: “A Palermo con il Cus abbiamo iniziato a capire le vere dinamiche dell’attività sportiva. Abbiamo fatto la scuola nel capoluogo, avevamo orari folli. C’è stato un periodo in cui andavo a scuola e uscivo alle 14.00, alle 14.30 ero a casa e un quarto d’ora dopo passava il mister per gli allenamenti di calcio. La sera poi facevo atletica, erano ritmi folli. Oggi non riuscirei a mantenere questi ritmi”.

Entrambi gli atleti sono allenati dal “prof” Gaspare Polizzi, il tecnico che ha anche seguito il percorso sportivo di Totò Antibo: “Polizzi ha subito messo in chiaro che ci avrebbe seguito lui. Già da sei mesi dava un’occhiata ai programmi del nostro tecnico. Appena trasferiti a Palermo i programmi sono rimasti quelli. Lui non ha mai detto ‘sono scarsi, non li alleno’. A quei tempi eravamo ancora nella fase iniziale e lui ci ha subito preso sotto la sua ala. Lui negli anni è cambiato, si  è un po’ ammorbidito. E’ uno che soffre le gare più di noi addirittura, all’inizio era molto duro infatti abbiamo avuto qualche scontro. Noi facevamo ragazzate e lui ci richiamava, già vedeva nella sua testa cosa potevamo fare. Il nostro rapporto è davvero unico, siamo padre e figlio ma anche amici o fratelli. Ci scambiamo consigli personali da entrambe le parti. Abbiamo un rapporto veramente speciale”.

Prima di raggiungere la finale di Tokyo, non è stato facile entrare nell’ottica dell’atletica: “Io e mio fratello abbiamo fatto l’exploit nel 2015 più o meno. Abbiamo fatto dei tempi davvero importanti, negli anni siamo sempre andati di pari passo con tempi simili. Il nostro apice non è proprio questo, se consideriamo dove siamo arrivati fino ad ora. Siamo ancora in fase di crescita secondo me. Stiamo iniziando a capire la vera atletica a 360 gradi. Da alcuni anni abbiamo iniziato a curare qualsiasi aspetto a livello sportivo, dall’alimentazione fino ai nostri orari e prima non lo facevamo. Ormai siamo proprio proiettati al nostro allenamento e non sbagliamo”.

Abbiamo chiesto ad Ala se si è posto degli obiettivi in vista del futuro della sua carriera: “Se parliamo di obiettivo a breve termine, è quello di prendere la medaglia agli Europei. Su questo il prof è pure d’accordo con me. A livello di graduatoria siamo terzo e quattro nella lista europea, però quest’anno ci sono davvero tanti atleti che iniziano a correre veramente forte. I tempi sono più stretti per tutti, quindi l’obiettivo è quello di prendere la medaglia lì il prossimo anno. A lungo termine, invece, l’obiettivo è fare Parigi con un bagaglio di esperienza in più. Non voglio dire con una posizione da medaglia ma correre dal quinto posto in giù. Per la medaglia può capitare nell’annata giusta, magari i migliori atleti non devono essere al 100% in quel momento. Penso che bisogna essere anche realisti e razionali in questo caso”.

Sono due i ricordi diametralmente opposti che balzano alla memoria del finalista di Tokyo riguardo proprio la sua esperienza alle Olimpiadi: “Il momento più bello nella capitale giapponese è stato un episodio durante la gara che mi ha dato tanta sicurezza e che mi ha portato a vivere la finale nel migliore dei modi. La bellezza di Tokyo è stato correre la finale come volevo. Stavo bene mentalmente e fisicamente, dovevo solo correre e dare il meglio in pista. Il momento più brutto invece è stato quando dopo la batteria, mentre facevo un massaggio subito dopo la gara, ho visto arrivare mio fratello in lacrime. Lì ero preso dall’entusiasmo della mia gara, poi però non erano usciti i risultati ufficiali quindi ero anche un po’ speranzoso. Magari Osama rientrava perché usciva qualcuno. Sono stati quindici centesimi, una spalla non gli ha permesso di qualificarsi”. 

Ala Zoghlami si trova in questo momento in provincia di Venezia per partecipare alla Finale Oro dei Campionati di Società con la maglia del Cus Palermo. Queste le sue parole in merito alla competizione che si svolgerà durante questo weekend: “Sono a Caorle per rappresentare il Cus Palermo nella Finale Oro. In questa competizione cercherò di portare più punti possibili alla mia società per la salvezza. Il tempo è l’ultima cosa a cui penso per ora, cercherò solo di vincere per dare più punti possibili alla squadra. E’ l’ultima gara della stagione, poi andrò in vacanza per otto giorni. Appena torno a Palermo inizieremo a preparare la stagione invernale e gli allenamenti”.


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