Se i partiti sono impotenti sulle logiche di territorio - Live Sicilia

Se i partiti sono impotenti sulle logiche di territorio

La mappa dei comuni catanesi al voto ci propone per l’ennesima volta un quadro scomposto
AMMINISTRATIVE 2021
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C’erano una volta i partiti, che sapevano dettare la linea ai territori o comunque fare da camera di compensazione rispetto alle dispute locali (anche tra esponenti con la medesima tessera in tasca). La mappa dei comuni catanesi al voto ci propone oggi – e per l’ennesima volta – un quadro scomposto. Eccetto però la piazza di Caltagirone dove Fabio Roccuzzo gareggerà per i giallorossi e il forzista Sergio Gruttadauria capitanerà un centrodestra che più compatto di così non si può. Dalla piazza catanese storicamente più prestigiosa tra quelle chiamate a rinnovare gli organi comunali, arriva un scenario chiaro e comprensibile a tutti. Segnato da tanti passi indietro, soprattutto a destra, dove anche Raffaele Lombardo ed FdI hanno preferito dare seguito a quel tavolo della coalizione che da altre parti sembra più che altro una figura da evocare, ma senza troppe convinzioni. 

Verso le Regionali

La finestra che si chiuderà con il voto a Misterbianco (differito di due settimane rispetto alle altre piazze) è l’ultimo grande test prima del voto delle Regionali. Si avvertono su tutta la la linea i riverberi del Musumeci-sì e Musumeci-no. Dibattito sollevato ufficialmente la scorsa estate, quando il governatore ha gettato le carte sul tavolo e parlato esplicitamente di un secondo mandato.

Anche a sinistra i conti non tornano. Sopratutto sul versante cinque stelle, che non riesce a identificare chi sia il leader del Movimento non soltanto regionale, ma anche provinciale. Chi tra l’eurodeputato Dino Giarrusso e i portavoce Ars Jose Marano, Gianina Ciancio o Francesco Cappello (che è sicuramente il punto di riferimento nel Calatino). Insomma, nessuno vuole concedere più di tanto a propri compagni di viaggio. 

Il peso vero degli amministratori

L’approssimarsi delle Regionali rivela anche dell’altro. Un non-detto che vale tantissimo. Se il peso dei partiti è relativo, quello dei ras locali si fa sentire un po’ di più. Ma è tuttavia nullo rispetto alla volontà dei territori. Perché è sui territori che si raccolgono quelle preferenze che poi fanno la differenza per entrare o no all’Ars. E raccoglierle sono quasi sempre sindaci, assessori e consiglieri comunali. Perché nessun aspirante (o uscente) deputato regionale può entrare in un Comune se non accompagnato da chi conosce già le leve del consenso periferico. Si tratta di dettaglio carico di concretezza e che porta quasi sempre i big a non forzare la mano e ad assecondare le indicazioni che arrivano dal basso. 

Angelo Villari, segretario provinciale del Pd, più volte ha detto anche a questo giornale che alla fine “sono i circoli a decidere”. Una formula, talvolta edulcorata, che conferma come siano in ultimo i territori dire l’ultima parola. Talvolta però la disciplina di partito non sempre basta a salvare il salvabile. Il Partito democratico sarà presente con il simbolo ad Adrano (a sostengo del giallorosso Vincenzo Calambrogio) e Caltagirone.

A Giarre i dem vanno in ordine sparso. Mentre a Misterbianco Nino Di Guardo è riuscito a imporre la sua linea a tutti. Compreso al segretario generale Anthony Barbagallo, sceso addirittura in campo con Giancarlo Cancelleri per tentare di portare gli equilibri del Conte 2 anche nel comune a nord-ovest di Catania. 

Chi impone cosa

Stessa aria nel centrodestra, difficile se non impossibile imporre niente a nessuno. Luca Sammartino, da neo leghista, ma leader di un movimento personale ramificato un po’ ovunque, schiera il Quadrifoglio e segna una presenza sì rispettosa del Carroccio, ma attenta a non cedere il passo ai nuovi compagni di coalizione. Forza Italia presenta il simbolo a Giarre, Caltagirone e (prossimamente) a Misterbianco.

Il meloniani saranno presenti in tutti i comuni al voto con il proporzionale. Eccetto a Giarre, dove si è consumato uno strappo con la candidata sindaco Patrizia Lionti e il partito. Il quale, invece, opta per il cartello civico Conservatori e Riformisti (il riferimento è alla famiglia europea dei meloniani) a sostegno di Leo Cantarella. I lombardiani segnano il campo con Fabio Mancuso ad Adrano, che sfiderà da destra l’Udc Carmelo Pellegriti. 

Saranno gli eventuali ballottaggi a ricompattare forse le coalizioni e dettare linee politiche meno scomposte. Bisogna però che nessuno arrivati al 40%. Aver abbassato la soglia di sbarramento del primo turno in Sicilia ha tolto un po’ a tutti l’emozione dei tempi supplementari.  


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