La morte di Anthony e la battaglia della famiglia: chiesta l'autopsia

Anthony e la battaglia della famiglia: chiesta l’autopsia

Un susseguirsi di contraddizioni e testimonianze che rappresentano un sentiero buio, presagio di troppe cose evidentemente non dette.
UN CASO DA NON CHIUDERE
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CATANIA. Le ultime foto in dissolvenza pubblicate su Facebook, sono quelle di una normalità perduta. Quella di un ragazzo di appena 24 anni che in Germania era arrivato da Adrano con tanta voglia di fare, di lavorare e di affermarsi per quello che era.

La ricerca della verità

La famiglia di Anthony Bivona, trovato morto nella sua abitazione di Darmstadt in circostanze ancora tutte da chiarire, non ha intenzione di arrendersi ad una ricostruzione dei fatti che non spiega in alcun modo la morte del proprio caro. Un susseguirsi di contraddizioni e testimonianze a dir poco sommarie che rappresentano un sentiero buio, presagio di troppe cose evidentemente non dette.
Pardon, volutamente non dette. 
Ecco perchè la famiglia di Anthony ha deciso di andare fino in fondo ad una storia che è didascalia di una verità che, si ha la netta e angosciante impressione, debba essere del tutto portata a galla.
Quello che è accaduto a cavallo tra quella maledetta notte del 17 e 18 luglio scorsi lo abbiamo già raccontato: LEGGI  L’inquietante morte di Anthony e quella verità ancora lontana.

Ciò che, invece, merita di essere aggiornata oggi è la caparbietà con la quale le sorelle e la madre di Anthony stanno tentando di far luce sulle ore, precedenti e successive, che hanno cancellato per sempre quella normalità di una famiglia come tante altre.

Ecco, dunque, i residui riflessi umani dei genitori Antonina e Giuseppe, delle sorelle Mary e Grazia. Non lo riporteranno mai in vita: ma stanno lottando con tutte le loro forze nell’amarezza di un calice indicibile.

La richesta d’autopsia 

Il legale Francesco Messina è a fianco della famiglia Bivona. La settimana scorsa ha depositato, egli stesso, al Tribunale di Catania la richiesta di autopsia sul corpo del povero Anthony.
“La mia famiglia è allo stato in possesso degli indumenti che mio figlio indossava la notte in cui è morto. Sulla maglietta e sui pantaloni, i quali presentano delle lacerazioni, vi sono degli adesivi simili a quelli che si utilizzano per le visite cardiologiche. Che ci facevano e a che servivano se mio figlio godeva di ottima salute e in quel momento era addirittura deceduto??”, a scriverlo è la mamma di Anthony nell’esposto presentato in Tribunale. 

E ancora: “Chiediamo alla magistratura italiana di ordinare l’effettuazione di una autopsia il prima possibile sul cadavere di mio figlio che attualmente si trova deposto presso il cimitero di Adrano per poter stabilire quali siano state le vere cause del decesso di mio figlio Anthony. Solo questo atto può stabilire la verità di quanto accaduto quella notte. E contestualmente si chiede inoltre di effettuare una perizia sul cellulare in relazione alle date 17.07.21 e 18.07.21 intestato a mio figlio per stabilire se è stato manomesso e come”.

L’impressione è che la vicenda sia solo all’inizio.
Perchè questa storia, molto vicina all’inspiegabile, non può finire chiusa così: nello scrigno dell’indifferenza.


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