Donne democratiche: "Abbattete la statua sessista di Sapri" - Live Sicilia

Donne democratiche: “Abbattete la statua sessista di Sapri”

L'iniziativa parte dal Pd della capitale siciliana.

Palermo- “Sentiamo il dovere di schierarci in modo netto e categorico per l’abbattimento di questa statua diseducativa e fuorviante che banalizza le donne e vanifica ogni comizio in favore della parità di genere urlato dalle poltrone politiche di ogni istituzione”. Lo affermano le Donne democratiche Pd Palermo, che spiegano: “Ancora una volta ci viene chiesto di subire l’umiliazione di vederci rappresentate in forma di corpo sessualizzato, privo d’anima e di legame con le questioni sociali e politiche a fronte di una storia che è tutt’altra: la figura della Spigolatrice di Sapri, ideata e poetizzata da Mercantini viene proprio a Sapri ridotta a uno stereotipo che nulla ci racconta della rivoluzione antiborbonica e che nulla ci racconta dell’autodeterminazione di una donna che sceglie di non andare a lavoro per schierarsi contro l’oppressore”. Una donna che quindi “diviene simbolo stesso dell’autodeterminazione, del legame con le questioni sociali e politiche e soprattutto della presenza femminile nelle vicende storiche del nostro Paese”.

Ancora una volta, invece, “ci troviamo a coesistere con un’antiquata e profondamente sessista rappresentazione di una figura femminile e a prendere atto di quanto una giunta comunale, peraltro alla presenza dell’ex premier Giuseppe Conte, riesca a ignorare le elaborazioni sociali e politiche che da diversi anni a questa parte sono state messe a tema per modificare la percezione della donna come oggetto sessuale con lo scopo e nell’ottica di scardinare quella cultura patriarcale che altro non è che la radice di ogni forma di imparità e di violenza di genere”. Per le Donne democratiche Pd Palermo “ancora una volta è stata persa l’occasione di invertire la rotta, di lanciare un segnale positivo e di dimostrare che la politica non è slegata dalle elaborazioni come ripetutamente accusano associazioni e collettivi”. L’appello (firmato anche da Monica Cirinnà) sta ottenendo numerose adesioni a livello nazionale.

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