"Ho visto Denise Pipitone che piangeva", ma era una bufala

“Ho visto Denise Pipitone che piangeva”, ma era una bufala

Il capitolo su una coppia di turisti viene sviscerato nella richiesta di archiviazione avanzata dai pm di Marsala

Stavolta ci avevano creduto in tanti. Perché mai, si chiedevano, una coppia di turisti avrebbe dovuto inventarsi di conoscere notizie sulla scomparsa di Denise Pipitone? Già, perché. I pubblici ministeri di Marsala sono certi, dati alla mano, che ci si trovi dinnanzi a una bufala, una delle tante che si sono moltiplicate in questi diciassette anni di indagini.

“Ho visto Denise che piangeva”

Il capitolo sulla coppia di turisti viene sviscerato nella richiesta di archiviazione dell’inchiesta avanzata dalla Procura anche per i coniugi, oltre che per Anna Corona e Giuseppe Della Chiave. Il 22 maggio 2021 l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, mamma di Denise, scrive ai magistrati. È stato contattato da una donna, Antonella Allegrini, la quale ha raccontato che il 1° settembre 2004, giorno della scomparsa della bimba, soggiornava all’hotel Ruggero Il di Mazara del Vallo dove, all’epoca, lavorava Anna Corona. Era in vacanza con il marito Paolo Erba e i figli.

“Perché l’hai portata qui?”

Giunta in camera si accorgeva che non vi erano gli asciugamani in bagno per cui chiamava la reception, ma nessuno rispondeva. E così era scesa nella hall dove aveva sentito una donna urlare: “Perché l’hai portata qui?”, e in sottofondo il pianto di una bambina. Quando la donna spostò la tenda che separava la stanza dalla reception riconobbe Anna Corona e Denise Pipitone.

Smentita dal tracciamento dei pagamenti

I pubblici ministeri hanno convocato la donna che ribadito le sue certezze, crollate sotto il peso delle verifiche. Non è stato difficile smentirla. Gli investigatori hanno scoperto che nel giorno in cui la donna diceva di trovarsi in vacanza in Sicilia risultava un pagamento con carta di credito in un supermercato romano e un prelievo al bancomat sempre nella Capitale. Atri movimenti bancari sono stati tracciati lontano dalla Sicilia nei giorni immediatamente precedenti e successivi al rapimento.

“Mi sono inventata tutto”

Messa di fronte alle evidenze che la smentivano Allegrini ha ammesso: “Mi sono inventata tutto, ma non riesco a trovare una motivazione per cui ho fatto tutto questo; sarò stata suggestionata, non volevo fare del male a nessuno.
Era una cosa da dire: era utile per accertare la verità. In realtà la televisione mi ha suggestionata molto.
Ho maturato un grosso dispiacere per il sequestro di una bambina e ne ho fatto un caso personale. Sono stata martellata da trasmissioni televisive che non fanno altro che parlare del sequestro della bambina e ho ritenuto che fosse giusto fare quello che ho fatto. Non so per quali ragioni mi sono inventata una storia che non sta in piedi”.


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