Resti umani trovati a Lampedusa, al via le operazioni di recupero - Live Sicilia

Resti umani trovati a Lampedusa, al via le operazioni di recupero

Il ritrovamento potrebbe riguardare il naufragio di migranti del 30 giugno

Macabra scoperta sull’isola di Lampedusa. Resti umani sono stati ritrovati e segnalati, dalla Capitaneria di porto ai vigili del fuoco dell’isola che si stanno mobilitando per procedere al recupero. I pompieri si stanno muovendo sia via terra che via mare, con un natante dei vigili del fuoco, per raggiungere Cala Pulcino. Quasi sicuramente si tratta di resti di migranti. E sembra verosimile che possa trattarsi – non è ancora chiaro di quanti corpi si tratta – dei dispersi nel naufragio del 30 giugno. LEGGI ANCHE: Il naufragio a Lampedusa: “Ho visto le mie sorelle sparire in mare”

Un barchino, allora, si capovolse fra Lampedusa e l’isolotto di Lampione. facendo finire in acqua tutti i migranti che vi erano a bordo (7 le donne, una delle quali incinta di 2 mesi, che hanno perso la vita e 46 i superstiti), si è adagiato sul fondo del mare. Lo scorso 8 luglio, la nave Dattilo della Guardia costiera che ha fatto immergere un robot sottomarino, ha localizzato l’imbarcazione e i corpi dei 9 migranti dispersi. Il 4 settembre, due cadaveri in avanzato stato di decomposizione, vennero ritrovati nei pressi di Cala Spugne. A portare fino a riva i due cadaveri furono allora le forti correnti marine.

Cosa è stato trovato

Due femori e una anca. Sono questi i resti umani che sono stati recuperati sugli scogli di Cala Pulcino dai vigili del fuoco di Lampedusa. Si tratta di una porzione mutilata di cadavere, in avanzatissimo stato di decomposizione. Non è stato possibile, a prima vista, stabilire neanche il colore della pelle. I resti umani sono stati già portati alla camera mortuaria dell’isola e sono, adesso, a disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento che dovrà stabilire a quali esami dovranno essere sottoposti. Verosimilmente si proverà a tracciare il Dna. Non c’è dunque nessuna certezza che i resti recuperati stamani siano di uno dei migranti che hanno perso la vita nel naufragio del 30 giugno scorso. Un’ipotesi che continua tuttavia a essere vagliata dagli inquirenti. Sul naufragio c’è un’inchiesta coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Maria Barbara Cifalinò

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