Tolti beni al "boss" di Mazara: Messina Denaro, il pizzino e i tic

Tolti beni al “boss” di Mazara: Messina Denaro, il pizzino e i tic

I beni hanno un valore di 140 mila euro.

MAZARA – Militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Trapani hanno sequestrato beni per 140 mila euro a Dario Messina, 37 anni, di Mazara del Vallo, attualmente detenuto, e a suoi familiari.

Sigilli ai beni

Sigilli sono stati posti anche a due società, una edile e l’altra di ristorazione. Al centro del provvedimento le indagini del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Trapani su Messina che è accusato di avere avuto un “ruolo di primo piano esercitato nel mandamento mafioso di Mazara del Vallo nel triennio 2015-2018”. Finì in carcere nell’ambito dell’inchiesta ‘Anno zero’ coordinata dalla Procura distrettuale di Palermo.

Il nome di Messina è legato ad un episodio misterioso avvenuto nell’estate del 2017 e che fa ipotizzare un collegamento con Matteo Messina Denaro.

Il pizzino del latitante

Ad agosto 2017 era stata registrata una conversazione all’interno della macchina di Messina, considerato il reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo. Messina chiedeva informazioni su un biglietto a lui destinato: “… mi è arrivato questo coso a me… già appena mi è arrivato questo coso mi sono venuti i tic, ho detto: a posto… c’era quello e gli ho detto: aspetta un minuto, prendi qua … gli ho detto … che devo portare la risposta subito. Minchia appena ho visto Dario Me…”.ù

Secondo gli investigatori potrebbe essere stato addirittura Matteo Messina Denaro a scrivergli il biglietto.


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