"Collegamenti e rapporti con Messina Denaro": cosa cercano i poliziotti

“Collegamenti con Messina Denaro”: cosa cercano i poliziotti

I retroscena delle perquisizioni per la cattura del latitante. C'è anche una donna

PALERMO – Potrebbero avere aiutato Matteo Messina Denaro “a sottrarsi all’esecuzione della pena”. È questo il reato per cui sono stati tutti iscritti nel registro degli indagati. Sono le venti persone le cui abitazioni sono state perquisite nella notte dai poliziotti, su ordine della Direzione distrettuale antimafia.

“Collegamenti, rapporti e frequentazioni”

I poliziotti dello Sco e delle squadre mobili di Palermo e Trapani sospettano “collegamenti, rapporti e pregresse frequentazioni” degli indagati con “appartenenti all’associazione mafiosa, soggetti ad essa contigui o comunque persone storicamente in rapporti con il noto latitante Matteo Messina Denaro”.

Si cercano tracce del latitante. Qualunque elemento o “cose pertinenti al delitto di favoreggiamento e di procurata inosservanza di pena, per i quali si procede”. L’obiettivo è isolare il latitante. Di materiale gli investigatori ne hanno hanno sequestrato parecchio e adesso sarà analizzato con l’attenzione che meritano le ricerche dell’ultimo grande padrino di Cosa Nostra latitante.

Tanti volti noti

Nell’elenco degli indagati figura l’ex consigliere comunale di Castelvetrano Calogero Giambalvo che si inventò l’incredibile storia di un Messina Denaro Cacciatore e delle lacrime di commozione che versò quando lo vide in campagna. C’è Lorenzo Catalanotto, pure lui ex consigliere, già coinvolto alcuni anni fa nel blitz Golem, e che partecipò all’intimidazione ai danni Pasquale Calamia, ex capo di gabinetto vicario dell’assessorato regionale al Territorio, che pagò a caro prezzo le sue prese di posizione pubbliche contro Matteo Messina Denaro. Gli bruciarono la casa e gli danneggiarono la macchina.

C’è Giovanni Campo, figlio di Pietro Campo, il proprietario della masseria nei cui pressi Messina Denaro sarebbe stato ripreso da una telecamera nel 2009. Ed ancora Nicola Pandolfo, imparentato con gli Accardo di Partanna, da sempre vicina al capomafia.

C’è anche una donna

Tra i perquisiti anche Laura Bonafede, figlia di Leonardo, capomafia di Campobello di Mazara oggi deceduto, e moglie di Salvatore Gentile, ergastolano in carcere dalla meta degli anni Novanta.

LEGGI QUI TUTTI NOMI

Volti noti, dunque, mai finiti fuori dai radar degli investigatori. Adesso si torna a cercare nelle loro case per scovare un possibile passo falso del latitante. Gli hanno arrestato amici e parenti, ma è nella cerchia dei soliti noti che potrebbe trovarsi il tassello che serve per arrivare alla cattura,.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI