Suspended: il nuovo libro fotografico di Massimo Cristaldi - Live Sicilia

Suspended: il nuovo libro fotografico di Massimo Cristaldi

In Suspended c’è, se è possibile utilizzare queste due espressioni nello stesso respiro, uno splendido e tragico senso di vuoto, e un non so che di surreale. Mi piacciono gli spostamenti di scala che è possibile scorgere tra le macchine, le persone, le case e i colori di palazzi e paesaggi inondati e bruciati dal sole. Mi mostra una specie di dolorosa bellezza nella desolazione, che ci porta oltre qualsiasi speranza di recupero.

Con queste parole il grande maestro della fotografia Joel Meyerowitz commenta il nuovo libro di Massimo Cristaldi, Suspended.

Questo libro ci conduce, in effetti, in un insolito e, talvolta, surreale viaggio in Sicilia.

“Il mondo è grande e bello, ma è molto offeso” faceva dire Elio Vittorini al suo personaggio Ezechiele in Conversazione in Sicilia. Proprio come nell’opera di Vittorini, anche nel lavoro di Cristaldi, il viaggio si rivela un pretesto per ritornare alle origini, per ricercare l’essenza di luoghi, le tracce di una storia personale e collettiva, una relazione profonda che si stabilisce tra un popolo e la Terra che lo ospita.

Cristaldi decide di soffermarsi sugli aspetti dissonanti di quel paesaggio e racconta una Sicilia ‘sospesa’ tra passato e presente e le sue immagini, proprio come le ‘rovine’ da lui immortalate, divengono potente metafora di qualcos’altro. Una Sicilia diversa dalle “cartoline” a cui tutti siamo abituati.

Fotografie e rovine condividono, infatti, la medesima valenza di spazio fisico e simbolico di rappresentazione del presente, di memoria del passato, di proiezione di potenzialità future; entrambe sono (s)oggetti autonomi dall’alto potenziale evocativo, locus di ricerca, di ‘ammonizione’, strumento di riflessione e di denuncia della relazione disfunzionale tra l’uomo e l’ambiente. Gli scatti di Cristaldi mostrano una disarmonica geologia del paesaggio, una morfologia del territorio rammendata, disintegrata e deturpata da architetture abbandonate, sospese, da rovine ingombranti, da spazi in attesa di nuove identità e d’intimità riconquistate.

Prive della dimensione di nostalgica esaltazione artistica del passato, le ‘rovine’ e le architetture ‘sospese’ delle fotografie di Cristaldi assurgono a nuovo paradigma del nostro tempo, di una contemporaneità precaria ed incompiuta, che muta continuamente, che distrugge e ricostruisce i propri spazi, privandoli spesso della loro identità originaria, trasformandoli in “non-luoghi”: il grigiore del cemento incontra l’azzurro del cielo, i ruderi di un tempietto greco accolgono la presenza dell’uomo contemporaneo, deliranti costruzioni moderne deturpano la bellezza del paesaggio naturale circostante, antichi edifici riattivano la memoria di epoche passate.

In questo libro si avverte un certo giudizio morale nei confronti di uno Stato che spesso trascura, spesso in simbiosi con i suoi cittadini, quanto costruito nel passato o quanto progettato per il futuro, trasformandolo in un perpetuo incompiuto.

Il potere evocativo delle immagini invita a riattivare la memoria del luogo, a ritrovare la sua identità, a re-integrare lo spazio costruito ed il contesto ambientale. Ci troviamo in un mondo di maestosi ed incontrastati protagonisti (il cielo, il mare, l’Etna), di una Natura che, seppur violata e deturpata, resiste ostinata all’azione del dell’uomo e del tempo. Ogni fotografia ci ammonisce sulla necessità di stabilire una comprensione più profonda dei caratteri del nostro territorio, ci mette in guardia sul rischio di trasformare i luoghi che abitiamo in ‘spazi fantasma’, non-luoghi, aree prive di interiorità, identiche a tante altre, estranee a noi stessi.

Le immagini di Cristaldi vogliono dar voce a quei luoghi e, seppur nella consapevolezza della forte spinta alla globalizzazione, all’uniformità e alla irriconoscibilità, esse sollecitano l’osservatore a rintracciare profondità celate, ricchezza di senso, potenziale espressivo ed emotivo. Esse intendono riaccendere una prospettiva di meraviglia e di seduzione smarrita, nuovi paesaggi di speranza e di complicità ritrovata.

“Questo è un buon lavoro. Congratulazioni per essere rimasto così vero”. Conclude il maestro Mejerowitz.

Il libro è disponibile sul sito dedicato http://suspended.photo


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