Elezioni, le ferite degli sconfitti: cose dicono i risultati - Live Sicilia

Elezioni, le ferite degli sconfitti: cose dicono i risultati

I lombardiani, a fari spenti, portano a casa alcuni risultati che potrebbero mutare gli assetti del centrodestra metropolitano
AMMINISTRATIVE 2021
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CATANIA – Se è vero che la partita di Caltagirone ha stabilito con chiarezza chi ha vinto (i giallorossi), il dato più difficile da inquadrare è decidere chi è stato sconfitto, ma anche quanti sono effettivamente gli attori che tornano a casa con un nodo alla gola. La narrazione proveniente dalla città di Sturzo, Scelba e Milazzo, basta al centrosinistra più M5s per poter alzare le braccia al cielo. Al centrodestra tocca però leccare le ferite, almeno lì. Il dettaglio delle liste ci dice immediatamente che la coalizione guidata dal forzista Gruttaduaria ha raccolto assai di più rispetto ai voti per il candidato sindaco. Uno scollamento che rischia di far pensare male e accendere i sospetti sulla regia del voto disgiunto.

I lombardiani

Di certo c’è che i malumori per una candidatura che l’Mpa non voleva, ma che ha dovuto comunque ingoiare in nome dell’unità del centrodestra, potrebbero riesplodere su più larga scala e ridefinire gli equilibri metropolitani. Anche perché i lombardiani, da questa competizione, ne escono più che rinforzati. La vittoria nella roccaforte di Grammichele, l’aver portato Fabio Mancuso al ballottaggio ad Adrano e la conquista della vicesindacatura a Giarre, rilanciano il peso di una formazione che in questi anni ha comunque preferito lavorare a fari spenti soprattutto perché investita dalle vicende politiche e giudiziarie che hanno segnato la narrazione del leader Raffaele Lombardo. 

Giancarlo Cancelleri, Claudio Fava ed e il segretario regionale dei dem, Anthony Barbagallo, hanno dichiarato che da Caltagirone parte “l’avviso di sfratto a Musumeci”. Nella piazza guidata per cinque anni da Gino Ioppolo, fondatore di Diventerà Bellissima, i gialloblù non entrano neanche in consiglio comunale. Mentre da altre parti il simbolo non è stato neanche presentato. Un brutto segnale per il presidente della Regione, che proprio lì ci aveva messo la faccia (e il cuore).

Il caso Giarre

C’è tuttavia che il centrodestra da altre parti può cantare tranquillamente vittoria. Anche se non è un coro unanime. A Giarre (piazza che più di altre vive di equilibri locali) i candidati riconducibili al centrodestra sono tre: il vincente Cantarella, il secondo sul podio (Leo Patanè) e la meloniana Patrizia Lionti. Quest’ultima sfiora il 10% (la lista l’8,38); il cartello riconducibile a FdI (Conservatori e Riformisti), che ha sostenuto il sindaco vincente, raccoglie il 9,93%. 

Numeri che se messi assieme non portano comunque alla vittoria, ma che dànno da pensare per il futuro. Non fosse altre in questa tornata, per rimanere fedeli al mantra dell’unità del centrodestra, i Fratelli non hanno schierato candidati sindaco. Intanto si entra in consiglio comunale con il 6,25% ad e a Caltagirone (5,70%).

Sammartino & co. 

Il Quadrifoglio dei neoleghisti Luca Sammartino e Valeria Sudano marca la propria presenza sul territorio facendosi notare a Giarre, con un 8% assai utile all’elezione di Cantarella, il 6% a Caltagirone e l’11,5% ad Adrano per Carmelo Pellegriti (Udc). Quest’ultimo, come già detto, dovrà giocarsela nell’extra time con Mancuso, facendo sì che il ballottaggio sia tutto nell’area di centrodestra.

Forza Italia aspetterà, invece, che sia la piazza di Misterbianco a esprimersi, dove c’è in campo Marco Corsaro. Perché intanto c’è da fare i conti con la sconfitta di Gruttaduria a Caltagirone (la lista fa invece il 9%), con il dato giarrese, dove gli azzurri restano fuori dal consiglio comunale, e con le scelte a macchia di leopardo ad Adrano. Nel frattempo la Dc di Totò Cuffaro, va a seggio sia a Caltagirone che a Giarre.

Sconfitte giallorosse

Se l’esperimento giallorosso raccoglie frutti a Caltagirone, non va bene da altre parti. Come ad Adrano, con Calambrogio fermo all’11%, e a Grammichele, dove il sindaco a cinque stelle Giuseppe Purpora deve arrendersi ai lombardiani (entra in consiglio tra i banchi  dell’opposizione). 

Il dati del M5s impongono una riflessione interna. Caltagirone, la lista supera lo sbarramento con il 5,8%. Giarre, non basta l’effetto Giuseppe Conte, che trascina il candidato sindaco ma non il logo. Elia Torrisi prende infatti il 7,92% (3,23% la lista). A Ramacca, invece, dove si votava con il maggioritario, Teresa Corallo prende l’8,84% (5,59% la lista).  Infine ad Adrano, dove la senatrice Nunzia Catalfo, madrina del Reddito di Cittadinanza, ha garantito sull’accordo con il Pd, il Movimento raccoglie soltanto il 2,41%. 


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