Ars, cure domiciliari ai disabili: i decreti della discordia - Live Sicilia

Ars, cure domiciliari ai disabili: i decreti della discordia

“Per le cure la Regione privilegia i colossi privati e snobba le cooperative sociali attive da anni”

“Per le cure domiciliari a disabili e anziani la Regione privilegia i colossi privati e snobba le cooperative sociali attive sul campo da anni”. Il j’accuse su un business che in Italia vale complessivamente, con le fresche risorse Pnrr, 4 miliardi di euro e cinquemila posti di lavoro, quello dell’Adi – Assistenza domiciliare integrata – passa ovviamente dalle bocche delle stesse coop, audite e furenti il 13 ottobre in sesta commissione Salute, Servizi sociali e sanitari dell’Ars, ma pure degli stessi parlamentari che compongono la commissione. Tanto da indurre la presidente forzista Margherita La Rocca Ruvolo a scrivere direttamente al presidente dell’Assemblea Gianfranco Miccichè che, facendo proprie le osservazioni e il grido di allarme, le spedisce tali e quali al presidente della Regione Nello Musumeci. Tranchant il suo, se non giudizio, timore: “Il comportamento di Razza configura una grave mancanza di rispetto e di sensibilità istituzionale da parte dell’assessore che, pur non essendo obbligato (il parere non è vincolante ma sul peso politico di indirizzo pochi dubbi all’Ars, ndr) avrebbe dovuto mantenere l’impegno assunto nei confronti della Commissione parlamentare, nel rispetto del principio di leale collaborazione a cui devono essere improntati i rapporti tra Assemblea e Governo”.

DECRETI DELLA DISCORDIA

Un carteggio, come in una partita di volley, schiacciato sotto rete dopo la battuta dell’assessore Ruggero Razza. Senza fronzoli, Miccichè: “Il Presidente della commissione – scrive a Musumeci – lamenta che è stato completamente disatteso l’impegno assunto in Commissione dall’assessore, come risulta a verbale, di farsi carico e valutare le osservazioni avanzate dai deputati per le opportune correzioni”. Le prove: “Dal testo dei decreti pubblicati – rincara la lettera – risulta evidente che nessuna delle osservazioni formulate è stata, in alcun modo, presa in considerazione.  Pertanto, la lunga, costruttiva, approfondita discussione avvenuta in Commissione è stata del tutto vana e inutile”. Di Musumeci e solo suo, a questo punto Miccichè auspica sia l’intervento per comporre la questione: “Le chiedo – conclude il presidente dell’Ars – convinto, come sono, della rilevanza che Lei riconosce al valore della leale collaborazione, di ribadire ai componenti della Giunta l’importanza di attenersi a tale principio”.

RAZZA VS COMMISSIONE SALUTE

Secondo le cooperative sociali e gli stessi deputati della Commissione, la discriminazione a vantaggio delle imprese ospedaliere private con fatturati ingenti, sono sparsi fra le pieghe dei requisiti richiesti per l’accreditamento. Cooperative e associazioni, in vista delle gare per gli accreditamenti scaduti, erano già in subbuglio nel primo scorcio dell’estate. A luglio l’assessore Razza era stato ascoltato e aveva rassicurato negando vi sarebbero stati trattamenti di favore o “ad excludendum” le strutture più piccole. La commissione, a conclusione della audizione, gli aveva fatto espressa raccomandazione per il pari trattamento. Siamo al 3 settembre: l’assessorato emana i tre decreti, con pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale il 24 dello stesso mese. E la Commissione, ritenendo che la parola non sia stata mantenuta, dice “basta”.

ORGANICI E CONCORSI

Intanto, sempre dalla commissione Salute, a firma della componente – e capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars – Elvira Amata, arriva un’interrogazione urgente a risposta scritta a Musumeci e Razza sulla rideterminazione delle dotazioni organiche delle aziende sanitarie e ospedaliere. Leggi: avvio dei nuovi concorsi e nuova rete ospedaliera. Amata chiede se “tutte le aziende sanitarie e ospedaliere dell’Isola hanno presentato l’atto programmatico di rideterminazione delle dotazioni organiche, se si ritiene opportuno procedere subito all’approvazione di tutte le rideterminazioni, in modo da avviare tutti i concorsi e applicare pienamente la rete ospedaliera; ed ancora se si intendono sbloccare i concorsi già banditi e sospendere le procedure a tempo determinato per il personale non direttamente interessato nell’emergenza Covid, e come procederà la Regione con il personale co.co.co. assunto tramite click day, una volta terminata la campagna vaccinale”. Infine “per le 17 aziende sanitarie e ospedaliere nel fabbisogno per il prossimo triennio sono previsti i nuovi profili dell’informazione e comunicazione e si ritiene opportuno inquadrare il personale di ruolo che svolga o abbia svolto la funzione di addetto stampa nelle aziende?”.

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