Green pass, da domani scatta l'obbligo: "Si rischia il muro contro muro"

Green pass, da domani scatta l’obbligo: “Si rischia il muro contro muro”

Sindacati preoccupati per ciò che potrà accadere a partire da domani. La Cisl annuncia la partecipazione al corteo di sabato a Roma.

CATANIA – Cresce la tensione in vista di domani. Dal 15 ottobre scatta infatti l’obbligo di green pass per i lavoratori di aziende pubbliche e private. Una situazione che, alla luce dei fatti di Roma di sabato scorso, preoccupa i sindacati. L’Ugl ad esempio.

“A Catania, dove la percentuale dei soggetti vaccinati seppur lentamente sta aumentando, è purtroppo ancora elevato il numero di coloro che non si sono vaccinati e, per ottenere il documento, dovrà fare ricorso al tampone rapido o molecolare a pagamento – si legge in una nota. Una situazione che preoccupa non poco la Ugl, in previsione di possibili disagi sulla scorta dei primi sentori che si stanno avendo in gran parte d’Italia.

“Siamo stati sempre favorevoli all’introduzione del “Green pass” e abbiamo sin dall’inizio sostenuto l’importanza e la necessità della campagna vaccinale, ma abbiamo il timore che questo giro di vite voluto dal Governo Draghi si tramuti in un cortocircuito capace di danneggiare l’economia, la ripresa e non dare alcun impulso alle vaccinazioni – dice il segretario territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci. Si rischia seriamente un muro contro muro che, a nostro avviso, non porterà da nessuna parte, se non ad un caos ed all’emanazione di provvedimenti come quello emanato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Interno dopo i fatti di Trieste.

Ci allarma particolarmente il fatto che, da qui al termine dello stato di emergenza, interi settori produttivi ed economici anche del territorio etneo, oltre che i cittadini stessi, possano subire gravi danni. Questo perché le regole imposte, pur di non attuare l’obbligo vaccinale, non guardano alle reali esigenze del mondo del lavoro. Prendiamo il caso di un turnista qualsiasi che si fa un tampone rapido oggi valido per 48 ore (non consideriamo quello molecolare che dura invece 72 ore, sebbene il responso arrivi dopo anche 24 ore). Quando dovrebbe recarsi a farsi lo screening per evitare che il certificato scada mentre si trova a lavoro? Un autista del trasporto pubblico locale o un autotrasportatore, ad esempio, che fa scende dal mezzo e si ferma in attesa di nuovo tampone? Questo – aggiunge Musumeci – per non parlare dei costi a carico dei lavoratori. E perché un dipendente di un ufficio aperto al pubblico deve avere il “Green pass” pena la sospensione dal lavoro senza retribuzione e un utente qualsiasi può entrare negli uffici (da non visitatore) senza? Il Covid-19 è per tutti o è solo per chi lavora?

I luoghi di lavoro, sappiamo bene dopo le innumerevoli riunioni anche a livello di Prefettura, in questa fase sono i posti più sicuri rispetto all’esterno poiché soggetti a disposizioni e controlli. Riteniamo quindi che in un momento particolare come questo, in cui comunque quasi l’80% degli aventi diritto ha avuto almeno una dose e si sta iniziando con la terza dose a causa degli scaglionamenti a rilento della campagna vaccinale per cui i primi a vaccinarsi oggi hanno nuovamente bisogno di anticorpi, si scrivano regole di buonsenso. Il lavoro, soprattutto dopo la conclusione dello blocco dei licenziamenti, nonché l’economia necessitano di sostegni per ricominciare a correre e non di ulteriori danneggiamenti, in particolare nell’area metropolitana di Catania dove il Covid-19 ha massacrato l’impresa. Allo stesso tempo chiediamo un ulteriore sforzo, promosso dal Governo nazionale con il coinvolgimento della Regione e delle sue diramazioni territoriali, perché la già avviata attività di sensibilizzazione sulla validità del vaccino sia ancora più forte e determinata. Se oggi c’è una quota di indecisi è anche perché, in questi mesi, non vi è stata la chiarezza giusta quella che – conclude il segretario della Ugl catanese – ancora oggi purtroppo continua ad alimentare questa inutile confusione che non può assolutamente acuire i problemi già non indifferenti di lavoratori e cittadini.”

Intanto, la Cisl annuncia la partecipazione alla manifestazione di sabato prossimo a Roma. «Il mondo del lavoro è sotto attacco – afferma il segretario Attanasio. E lo è nelle sue declinazioni più responsabili: il sindacato. Chi minaccia e intimidisce i nostri sindacalisti e vandalizza le sedi dei lavoratori è consapevole di colpire il motore fondamentale del dialogo sociale».

Anche la Cisl di Catania, con tutte le sue 17 federazioni di lavoratori, sarà a Roma per la mobilitazione nazionale dei sindacati confederali, con lo scopo di ribadire il rispetto del mondo del lavoro, per difendere la democrazia e la libertà e contro gli estremismi deliranti. «Siamo fortemente preoccupati – sottolinea Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea – che, in un contesto del genere, e col clima che si sta generando, alimentato anche da pseudo sigle sindacali irresponsabili, si insinuino nelle possibili fratture sociali pericolose derive che attentano alla tenuta democratica dell’intero Paese. E siamo anche fortemente convinti che il Governo e parti sociali si debbano impegnare in un Patto sociale per la salute e la crescita».

«Ma non sarà una manifestazione politica – precisa – sarà una grande mobilitazione civile di lavoratori e di gente comune che manifesterà per riaffermare i valori del sindacato confederale e di democrazia. Noi continueremo nella nostra strada di mediazione sociale perché il sindacato è un baluardo della nostra democrazia, custode dei valori sanciti dalla nostra Costituzione. Le nostre sedi sono presidio di libertà, di tutela dei principi sanciti nelle lotte per la democrazia, la giustizia sociale, il pluralismo delle idee».

«Continueremo a chiedere al governo che sul green pass, che coinvolge una platea considerevole di lavoratori e comporta evidenti difficoltà pratiche, e sull’obbligo delle vaccinazioni si esprima con chiarezza perché è in gioco una partita di democrazia nel Paese. Occorre guardare con attenzione anche a questi lavoratori ed evitare lo scontro e la lacerazione sociale del Paese e nei territori, specie in quelli che vivono condizioni economiche e occupazionali allarmanti. Se è vero, com’è vero, che il certificato verde è una garanzia sanitaria anche per gli altri lavoratori, è altrettanto vero che bisogna confrontarsi con la realtà quotidiana e occorrono misure e decisioni equilibrate e non penalizzanti»


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI