I soldi sporchi del clan di Picanello, "custodi alcuni imprenditori" - Live Sicilia

I soldi sporchi del clan di Picanello, “custodi alcuni imprenditori”

La conferenza stampa dei carabinieri

Nove persone arrestate e condotte in carcere e quattro sottoposte all’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria: e’ il bilancio del blitz dei carabinieri scattato tra Catania e la provincia di Vicenza contro un gruppo criminale attivo nel rione Picanello del capoluogo etneo. Un indagato e’ all’estero, ed e’ ricercato. I reati ipotizzati a vario titolo sono associazione mafiosa, concorso esterno all’associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e procurata inosservanza di pena, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare la famiglia di Cosa Nostra catanese “Santapaola Ercolano – gruppo di Picanello”.

L’indagine, denominata “Picaneddu”, ha consentito di definire la struttura, individuando il capo, gli organizzatori e i ruoli degli affiliati al gruppo. In particolare, e’ emerso come l’organizzazione garantisse gli “stipendi” agli affiliati attraverso la gestione della cosiddetta “cassa comune” alimentata dai proventi di estorsioni, attivita’ di “recupero crediti”, traffico di stupefacenti e case da gioco clandestine. Le indagini sono state avviate dopo l’arresto del capo del gruppo, Giovanni Comis, liberato da poco e ricondotto in carcere.

A riorganizzarlo sarebbe stato Carmelo Salemi, con la collaborazione di Giuseppe Russo e Vincenzo Scalia, tra gli arrestati. Tra gli indagati anche due imprenditori: Andrea Consoli, indagato per concorso esterno all’associazione mafiosa e riciclaggio, arrestato, e Carlo Concorso, accusato di trasferimento fraudolento di valori in concorso e riciclaggio, che ha l’obbligo di presentazione. Secondo l’accusa i due “avrebbero custodito il patrimonio accumulato dai mafiosi, nascondendone l’origine illecita e sottrarlo ad eventuali misure di prevenzione patrimoniali”.

Per la Procura, Consoli “custodiva oltre 500.000 euro per conto di Comis e reimpiegava di altro denaro “sporco” con l’intestazione fittizia ad una societa’ riconducibile a Concorso la proprieta’ un immobile di tre piani ubicato nel quartiere Picanello di Catania, successivamente rivenduto a terzi”. I carabinieri hanno anche sequestrato la “Q Factor Records s.a.s.”, etichetta discografica catanese di diversi noti cantanti neomelodici, intestata ad uno dei due figli di Giovanni Comis e ad Andrea Consoli. Sequestrati complessivamente beni per circa 1 milione di euro, compresa un’abitazione a Costa Saracena.


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