No Green Pass? Ha vinto la normalità

No Green Pass? Ha vinto la normalità

Il bilancio di una lunga giornata.

C’è stata la protesta, non lo sconquasso. Ci sono stati disagi, non la rivoluzione. Il punteggio sembra cristallino. No Green Pass zero, Draghi tre. Il presidente del Consiglio si è messo dalla parte delle regole, di chi le rispetta ed ha avuto ragione. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, intanto un principio è stato fissato ed è molto importante perché conduce a un concetto inemendabile: il vaccino è un presidio essenziale. Esiste la libertà di non vaccinarsi, ma la comunità ha il diritto di proteggersi e di garantire tutti, in nome di un interesse superiore.

Ha vinto Draghi, ha perso la politica chiacchierona, già pronta a rinculare davanti alla minaccia di una piazza. Come ha annotato Filippo Rossi su Huffington Post: “In confronto a Draghi, la politica italiana dimostra la sua tragica debolezza: lo spettacolo indecoroso di quasi tutti i partiti che chiedevano un passo indietro su green pass e tamponi è l’essenza di una politica italiana in perenne rincorsa di interessi particolari in cui a perdere sono sempre gli italiani stessi, una politica che si accuccia impaurita di fronte a chi fa la voce grossa, una politica che ha il populismo nel proprio dna e che non riesce mai a scrollarselo di dosso”.

Per stavolta, invece, ha vinto una rassicurante e inconsueta normalità. Hanno perso i sovranisti e gli scommettitori sul torbido. I portuali di Trieste e gli altri ‘eroi della protesta’ sono stati battuti da una figura che rappresenta il buonsenso di chi si è vaccinato e, per questo, sta davvero dalla parte dei diritti. E dei doveri.


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