Reddito di cittadinanza, fisco e cuneo fiscale: Il governo lavora alla manovra - Live Sicilia

Reddito di cittadinanza, fisco e cuneo fiscale: Il governo lavora alla manovra

Tutti i temi al centro della manovra a cui sta lavorando Palazzo Chigi

ROMA – Riforma del reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali, fisco e taglio del cuneo fiscale. Sono questi i cardini della prima manovra economica del governo Draghi a cui sta lavorando in queste ore Palazzo Chigi. I temi sul tavolo sono delicati e da anni al centro del dibattito politico, la partita si gioca sul complesso equilibrio fra le richieste di parti sociali e partiti da un lato e risorse a disposizione dall’altro.

Martedì 19 novembre dovrebbe essere il giorno della verità, con un consiglio dei ministri in cui verrà delineato il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles. Prima si riunirà una cabina di regia.

Il nodo più delicato politicamente è la riforma del sistema del reddito di cittadinanza, tema su cui il Movimento Cinque Stelle annuncia le barricate. Secondo i pentastellati la misura non va modificata in alcun modo, mentre la Lega e i partiti di centrodestra chiedono una profonda revisione. Anche i Dem vogliono apportare delle modifiche, ma senza agira con l’accetta.

Nelle scorse settimane il premier Draghi ha dichiarato che è necessario rivedere le politiche attive del lavoro. Allo studio del governo ci sarebbero dei meccanismi più stringenti dei parametri che al momento consentono ai percettori di reddito di cittadinanza di rifiutare un’occupazione come le competenze per la mansione assegnata o la distanza dal luogo di residenza. Ma anche il potenziamento dei progetti socialmente utili nei Comuni e l’allargamento dei paletti che al momento escludono gli immigrati regolari dall’accesso al sussidio. Sui fondi per finanziare il reddito di cittadinanza, nella manovra per ora ci sono i 200 milioni inseriti nel decreto fisco per arrivare fino al 31 dicembre. E si annuncia dura la battaglia per la copertura finanziaria da assegnare per il 2022.

Sul fronte degli ammortizzatori sociali, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, sta lavorando a una serie di interventi come l’estensione delle protezioni agli autonomi, in modo da superare o estendere il concetto della Cassa integrazione.

Le risorse però sono limitate. Per coprire finanziariamente tutte queste misure servirebbero 8 miliardi di euro, ma la coperta è abbastanza corta, tanto da superare di poco la metà della cifra necessaria. Lega, Forza Italia e Italia Viva spingono per il taglio dell’Irpef per cui è prevista una spesa di sei miliardi. Ma ne servirebbero molti di più. Anche il Pd punta a ridurre le tasse sul lavoro – anche per garantire più potere di acquisto ai dipendenti – e su questo ci sarebbe stata una certa convergenza con Confindustria, nell’incontro avvenuto al Nazareno. Uno strumento per reperire risorse potrebbe essere la rivisitazione del cashback, per il momento sospeso ma non ancora cancellato: ma è un’altra delle misure simbolo del governo Conte che il Movimento cinque stelle cerca di salvaguardare.

L’ultimo capitolo riguarda “Quota 100”, che scade il 31 dicembre. La Lega chiede il rinnovo, il governo cerca soluzioni alternative: una sul tavolo sarebbe quella della sostituzione con l’Ape ‘contributiva’, come proposto dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico: le persone di 63 o 64 anni potrebbero accedere alla quota contributiva maturata alla data della richiesta, per poi avere la pensione completa al raggiungimento dell’età di anzianità.


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