Ars alla resa dei conti, tra Green pass e virus nella maggioranza - Live Sicilia

Ars alla resa dei conti, tra Green pass e virus nella maggioranza

Dalle cure domiciliari al Pnrr. Tanta carne al fuoco all'Assemblea regionale

C’è tanta carne al fuoco che l’Ars sembra una grigliata ferragostana, solo molto meno leggiadra e concorde. Cure domiciliari, Pnrr, Green pass. Tanta carne non sempre tenera, fra i sei… dell’Apocalisse – cioè i progetti Pnrr per le reti irrigue dichiarati salvi dall’assessore Toni Scilla con altri due salvabili con fondi ministeriali – e poi la tregua armata fra commissione Salute e giunta Musumeci sulle cure domiciliari, e gli strascichi sulle manifestazioni no Green pass di due deputati di Attiva Sicilia poco prima della seduta. Un filo di tensione unisce i movimenti, apparentemente eterogenei, della coreografia parlamentare, che rimanda, incardinandolo in serata, il ddl sulle variazioni di bilancio: rinvio a martedì. Un filo che tiene assieme maggioranza che spiega e invita all’idillio su temi di interesse comune (la catastrofe Pnrr); governo che prende tempo (lettera conciliante di Musumeci in risposta alla guerriglia fra la commissione Salute e l’assessore Razza sulle cure Adi); scricchiolii di coalizione (echeggia ancora l’attacco leghista di Luca Sammartino a Musumeci a Razza) sul tema del Green Pass e sulla plateale protesta di Sergio Tancredi e Angela Foti, componenti di Attiva Sicilia e colleghi di intergruppo con Diventerà Bellissima.

GREEN PASS, BACCHETTATE DI MICCICHÈ

Giusto il tempo di dichiarare aperti i lavori, Miccichè censura apertamente le proteste no Green pass di Foti, tuttavia presente alla seduta, e Tancredi: “Stamattina abbiamo avuto un piccolo incidente – dice il presidente dell’Ars – alcuni colleghi si sono presentati in portineria senza Green pass e correttamente gli assistenti non li hanno fatti entrare. Vorrei chiarire che qualsiasi iniziativa si voglia assumere, lo si faccia, si presenti ricorso al Tar se si vuole, ma la legge dispone all’amministrazione di fare rispettare le disposizioni. Non si può entrare all’Ars senza Green pass. Invito dunque a desistere da queste iniziative di protesta. Se la legge è illegittima e contraria alla Costituzione, non siamo noi decidere”. Poco dopo, al proprio turno di intervento, Foti ha replicato: “Come vede sono in aula, e come sa sono tra i parlamentari più presenti. Il decreto legge sul Green pass è un atto unilaterale, verso il quale numerosi cittadini stanno pacificamente protestando, al netto di alcuni balordi. La nostra iniziativa è stata dimostrativa e simbolica”.

CURE DOMICILIARI, LA TREGUA ARMATA

Arriva la risposta di Musumeci alla dura lettera di richiamo alla “lealtà istituzionale” inviata qualche giorno fa all’indirizzo dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, colpevole secondo la presidente della omologa commissione, Margherita La Rocca Ruvolo, di avere ignorato, malgrado rassicurazioni e audizioni, le indicazioni della commissione nell’emanazione dei tre decreti che regolamentano l’assistenza domiciliare integrata per anziani e disabili. Il tutto, è cronaca, condito di polemiche, telefonate roventi e, infine, dell’affermazione dell’assessore circa la partecipazione alle sedute di propria iniziativa e senza alcun obbligo. Miccichè legge dell’impegno del presidente della Regione a farsi parte attiva nel superamento dell’incomprensione: “Con garbo istituzionale – ha comunicato Miccichè – Musumeci ci dice che a giudizio degli uffici competenti alcuni rilievi non meritavano modifiche, visto che c’è già il rimando al Codice degli appalti, con lo specifico riconoscimento della possibilità di avvalimento (la possibilità di farsi “prestare” alcuni dei requisiti richiesti da altra azienda che ne è in possesso, ndr) e che l’assessore Razza è disposto comunque a discuterne ulteriormente. Lo inviteremo senz’altro, se è necessaria un’altra audizione, fermo restando che anche se non aveva obbligo di presentarsi in commissione, ciò è sembrato una mancanza di rispetto istituzionale. Apriti cielo. Antonello Cracolici, membro della commissione per il Pd, ribadisce il suo punto di vista per nulla accomodante: “Risposta ancora insufficiente. Qua siamo di fronte – dice il deputato dem – a atti che richiedono per la propria stessa validità, l’espressione di un parere, anccorché non vincolante da parte dell’organo parlamentare, in quanto si tratta di atti endoprocedimentali di programmazione che hanno effetti economici pluriennali per la Regione. Altro che cortesia alla commissione, Razza è obbligato a venire”. Incalza il pentastellato Giorgio Pasqua: “Quello di Musumeci rsta un impegno di parole, rimane il fatto che i decreti allo stato attuale sono vigenti e le cooperative sociali che si sono ritenute penalizzate devono fare i conti con essi per ottenere l’accreditamento”.

I MILLE DEL REDDITO MINIMO

A margine, l’appello di Luisa Lantieri per i mille precari, concentrati fra le province di Enna e Caltanissetta, già percettori del reddito minimo di inserimento stabilito nel 1995: “Da due anni il disegno di legge che ho presentato perché venga chiarita la loro posizione dentro i Comuni, giace senza neppure approdare in commissione Lavoro”, dice la deputata transitata a marzo in Forza Italia.

PNRR, SALVI 120 MILIONI, ANZI… 44

Ci siamo: il Pnrr e i racconti di viaggio dell’assessore all’Agricoltura Toni Scilla che ha incontrato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli alcuni giorni fa a Roma. Scilla spacca la suspence di un’Isola intera annunciando che dei 422 milioni bruciati dai Consorzi di bonifica che hanno presentato le istanze progettuali per le reti irrigue siciliane, “centoventi possono essere recuperati”. Si tratta di “sei progetti riconosciuti come esecutivi e quindi immediatamente ammissibili, per un importo di 44 milioni; più altri due classificati come definitivi e pertanto finanziabili in seconda battuta con le eventuali economie. In tutto, 120 milioni”. A Nuccio di Paola, deputato 5 Stelle che ne ha fatto richiesta espressa, e alla Sicilia, Scilla ha svelato i progetti in questione: “Per gli esecutivi, tre riguardano il Consorzio di bonifica 1 di Trapani, uno ciascuno i Consorzi 3 di Agrigento, 8 di Ragusa e 7 di Caltagirone; per i definitivi, sono due progetti sempre per Agrigento, che da soli valgono 76 milioni di euro”. Scilla ha insistito sull’unilateralità nella fissazione dei criteri, che pure questi progetti in particolare hanno rispettato”. Le opposizioni hanno ironizzato e attgaccat o, pur riconoscendo la necessità di portare a casa i fondi per il bene della Sicilia. “Regione assente, a tutti i livelli, con buona pace dell’asserita autonomia dei Consorzi di bonifica”, dice Cracolici, mentre sempre dai banchi del Pd Giuseppe Lupo incalza: “Stiamo qui a parlare di fondi recuperati e i riforma dei Consorzi, resta il fatto paradossale che siamo persino riuscito a presentare un progetto già finanziato. La credibilità di questo governo è persa”. Luigi Sunseri del M5s: “Bene, adesso sappiamo che i Consorzi non funzionano, dopo anni di governo Musumeci con tanto di due nomine commissariali. Scilla, lei ha un atteggiamento bipolare, ieri Patuanelli era un nemico giurato della Sicilia e oggi è un buon ministro con cui dialogare” L’assessore, di rimando: “Incontro cordiale e positivo, il mio non era certo un attacco personale”. Il forzista Tommaso Calderone nell’”apprezzare l’impegno dell’assessore e nell’auspicare costruttività da parte di tutti”, chiede una riflessione sulla opportunità di impugnare i decreti. “Ci penseremo – risponde Scilla, per il momento preferiamo la via del dialogo per non creare conflitti che saranno aperti solo se necessario”.


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