Green Pass, mia figlia 12enne e il problema della festa

Green Pass, mia figlia 12enne e il problema della festa

Riceviamo e pubblichiamo.
I LETTORI CI SCRIVONO
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Spett.le Redazione, sono mamma di una bambina di 12 anni che frequenta la seconda media di una scuola secondaria di primo grado di Palermo. Non ho ancora fatto vaccinare mia figlia contro la malattia da virus SARS-CoV2 (più comunemente definito Covid-19), per motivi che non sto qui a spiegare perché andrei fuori tema. Mi trovo bisognosa di scrivere oggi alla vostra redazione per porre un problema, forse comune a molti. 

Mia figlia è stata invitata ad un compleanno che si svolgerà in un locale al chiuso di Palermo e che coinvolgerà i bambini della sua classe, alcuni dei quali hanno 12 anni come lei e altri che ancora devono compierli. La situazione che si prospetterà all’ingresso del locale sarà la seguente. Chi ha solo pochi mesi di differenza dall’età di mia figlia, e che pertanto non avrà ancora compiuto 12 anni, entrerà al locale senza dover, per legge, esibire alcuna documentazione che attesti la negatività o meno al virus Covid-19, mentre mia figlia e altri suoi coetanei dodicenni, dovranno obbligatoriamente accedere con una certificazione che ne attesti la negatività o in alternativa con il tanto discusso “green pass” vaccinale. 

Quindi, a trascorrere la serata del compleanno, ci sarà una minima percentuale di bambini sicuramente non contagiosa e bambini che per lo Stato hanno diritto ad essere nello stesso luogo, senza sapere se versano in una condizione di positività asintomatica e perciò potenzialmente contagiosi verso chi, invece, ha accertato la negatività poche ore prima di entrare al locale. Durante i festeggiamenti saranno a stretto contatto, senza dispositivi di protezione, gli stessi bambini che ogni giorno entrano in classe senza subire una discriminazione legata a una certificazione che dovrebbe, e dico dovrebbe, svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione del contagio di un virus che ha costretto il mondo a un improvviso e grave arresto economico e sociale. Eppure la classe è un luogo chiuso di pochi metri quadri, dove respirano circa 25 persone, le stesse per 6 ore consecutive.

Per recarmi a lavoro, mi hanno detto che ho l’obbligo di esibire un certificato verde a lungo termine o a breve termine (sicuramente più sicuro, a mio modesto parere, del primo). Mia figlia di 12 anni, per entrare a scuola, non deve esibire alcunché, ma per stare 3 ore in un ristorante ha l’obbligo di esibire il green pass di fronte a un gruppo di suoi coetanei che, solo per pochi mesi o addirittura per pochi giorni, non hanno ancora compiuto la sua stessa età. Allora io chiedo: di quale prevenzione sta parlando lo Stato? Che dovere sanitario chiede di assolvere a noi comuni cittadini che mandiamo in un locale i nostri figli dodicenni con un lasciapassare di fronte a chi, per pochissimi giorni di differenza di età, entra invece senza dover certificare nulla? Qualcuno interverrebbe dicendomi; “Risolveresti non mandandola al locale!” Rispondo: “Come si esclude una ragazzina da un contesto di socializzazione?” Dovevo dar “voce” alle mie sensazioni ed emozioni, sono una mamma, vaccinata, di una preadolescente che ha, purtroppo o per fortuna, già compiuto 12 anni.

LETTERA FIRMATA


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