La droga per smettere di "puzzare ancora dalla fame"

La droga per smettere di “puzzare ancora dalla fame”

Uno dei retroscena del blitz che ha azzerato la famiglia mafiosa di San Giuseppe Jato

PALERMO – Calogero Bommarito, uno degli arrestati del blitz antimafia a San Giuseppe Jato, si sarebbe messo in affari con la droga. Le indagini della Dda e dei carabinieri partono dalla provincia di Palermo e giungono fino al capoluogo siciliano.

In carcere è finito pure Giusto Arnone. Non è un volto nuovo. Nel 2008 era stato arrestato nel blitz denominato “Perseo” ed attualmente era sottoposto alla libertà vigilata. Viene indicato come “anello di congiunzione” con Giovanni Giannusa di Villagrazia.

Nel 2018 Arnone e Bommarito sono stati intercettati in macchina. Il primo proponeva al secondo: “Stavo guardando un po’… di erba in paese la dobbiamo fare in qualche casa di campagna?… ho lampade e tutte cose io… dobbiamo puzzare ancora dalla fame?”.

Le successive intercettazioni avrebbero fatto emergere che i due avevano acquistato tre chili di hashish nella piazza di Palermo, tramite Arnone, da smerciare a San Gisueppe Jato grazie all’aiuto di Massimiliano Giangrande. A quest’ultimo Bommarito diceva: “… chissà se a volte per i minimarket vogliono tre o quattro caciocavalli freschi”. Dietro la loro attività di compravendita di formaggio si celava in realtà, secondo l’accusa, il traffico di droga.

“Ino la metto qua dietro”, diceva Arnone mentre riponeva nel portabagagli della macchina di Bommarito alcune buste di plastica. Quindi Bommartito avrebbe raggiunto la casa di Giangrande. “Se è buono pizzica”, diceva quest’ultimo. Secondo l’accusa, parlavano della droga.


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