Il quadrilatero dello spaccio: Trentuno, genero di Saitta - Live Sicilia

Il quadrilatero dello spaccio: Trentuno, genero di Saitta

È latitante dallo scorso 20 settembre quando è scattato il blitz. Da poco è arrivato l'esito del Riesame

CATANIA – Tony Trentuno è latitante dal 20 settembre scorso, quando è sfuggito all’arresto nel blitz Quadrilatero. Un’imponente operazione dei carabinieri che ha permesso di disarticolare tre piazze di spaccio operative nella zona di San Cocimo, storica roccaforte di Maurizio Zuccaro e Lorenzo Saitta ‘u scheletro. Tony Trentuno è il genero di Saitta. Una parentela che lo avrebbe aiutato nella sua ‘carriera criminale’ all’interno del gruppo di San Cocimo. 

Si sono concluse da poco le udienze davanti al Tribunale del Riesame per gli indagati dell’inchiesta della Dda di Catania. Per Trentuno confermata la custodia cautelare in carcere emessa dal gip per l’accusa di associazione finalizzata al traffico di droga, anche se il ruolo di promotore è caduto. 

Trentuno entra nel mirino dei carabinieri durante le indagini che si svolgono tra il 2018 e il 2019. Il genero di Saitta finisce nell’inquadratura delle telecamere poste tra via Pozzo Mulino e via Vittorio Emanuele II. Immagini e intercettazioni portano i carabinieri a individuare una base logistica del gruppo di spaccio in via Testai, dove abita Trentuno. Base che sarebbe stata utilizzata per “custodire e smistare la droga”. I carabinieri svolgono perquisizioni e sequestri di droga che “riscontrano” il ruolo dell’indagato all’interno del gruppo.

Il Riesame ha ritenuto che non vi siano i presupposti per il ruolo di “promotore ed organizzatore”. Ma a San Cocimo Tony Trentuno, appena 27enne, è definito “u ziu”. Un appellativo che emerge in diverse circostanze e conversazioni telefoniche. Per il gip questa definizione è “un evidente segno di rispetto, derivante anche dalla parentela” con Lorenzo Saitta (detenuto, ndr) e “per il riconoscimento della sua figura apicale in seno all’organizzazione”. 
“Con lo Zio com’è finita? … Ci stai andando adesso dello Zio?…”, dicono i sodali.

Inoltre “l’attività di osservazione – mette nero su bianco il giudice – consentiva di inquadrare Trentuno come figura sempre presente in tutte le basi di spaccio utilizzate e portavano a ritenere la sua abitazione quale base di tutta l’attività”. 

A tracciare un profilo criminale dell’indagato ci pensa anche il pentito Silvio Corra, ex reggente del gruppo Nizza del clan Santapaola. Quando gli mostrano la foto dell’indagato afferma: “Tony Trentuno genero di Salvuccio Scheletro. E’ un trafficante di cocaina e la vende a chili ai trafficanti di Catania, e fa base a San Cocimo. Ha dei canali di importazione esterni alla Sicilia, che aveva creato suo suocere. L’ho incontrato anche prima del suo arresto. Non so se ha una piazza di spaccio a San Cocimo”. 

Il nome di Tony Trentuno però è finito anche in altre carte giudiziarie. Precisamente nei verbali dei fratelli Ninni e Michael Sanfilippo che si sono autoaccusati dell’omicidio di Enzo Timonieri, avvenuto lo scorso febbraio. Nella ricostruzione dei giorni precedenti al delitto hanno parlato di un momento di tensione tra la vittima e i ragazzi di Tony Trentuno. Indicato proprio come un leader criminale. 


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