Gli appuntamenti romani organizzati da Amara - Live Sicilia

Gli appuntamenti romani organizzati da Amara

Una chat finita nel processo sul 'Sistema Siracusa' racconta l'altra faccia degli imprenditori finiti al centro del sequestro della Dia.

CATANIA – Il Tribunale di Catania nel provvedimento di sequestro a N. e C.P. mette una linea di confine nella loro scalata imprenditoriale. Prima del 2010. E dopo. Il passato è pieno di ombre mafiose che nascondono il volto di Maurizio Zuccaro, il boss di Cosa nostra che avrebbe permesso di saldare le fondamenta dell’impero economico-finanziario finito nelle mani dello Stato. Ma superando quella data, che per il tribunale segna il termine della loro pericolosità sociale, i P. sono riusciti ad entrare ai piani alti del potere. Arrivando a poter stringere la mano di importanti uomini della politica e degli affari italiani. Dai rifiuti industriali al settore ricettivo, u zio N. (che ama collezionare oggetti bellici) con il figlio C. ha creato diversi gioielli di famiglia. Ma sicuramente il più importante è la discarica di rifiuti industriali nel siracusano, la Cisma. A Melilli, a pochi passi dal polo petrolchimico di Priolo. E quindi dalla raffineria di Eni. Ed è qui la chiave per quel mondo luccicante fatto di cene romane, incontri nelle segreterie politiche, riunioni nelle stanze dei bottoni.

C.P. avrebbe avuto interlocuzioni privilegiate con l’avvocato Piero Amara, ex legale (esterno) del colosso del cane a sei zampe e protagonista del ‘sistema Siracusa’ che sta raccontando le “sue” verità alle procure di mezza Italia. L’avvocato con nome in codice ‘Peter Pan’ sarebbe stato il ‘tramite’ tra l’ex senatore Denis Verdini e l’imprenditore siciliano. Nelle carte del processo che vede il politico imputato per il finanziamento illecito ricevuto proprio da Amara (“per sua stessa ammissione”) nel 2016 ci sono dei messaggi – anticipati dal Fatto Quotidiano – dove compare il nome di C.P.. Una chat che risale a cinque anni fa dove l’avvocato siracusano organizzava una serie di appuntamenti tra Verdini e P., definito da Amara “nostro sostenitore”. 

“P., uno dei nostri sostenitori mensili, è a Roma e vorrebbe salutarti. Può passare ora al partito?”, così scrive Amara a Verdini il 12 maggio 2016, alle 17.45. La risposta, alle 18.43, dell’ex senatore: “Piero, io sarò in ufficio alle 19…”.

Qualche giorno dopo, il 23 maggio 2016 alle 11.58 Amara scrive ancora a Verdini. “Ciao Denis, puoi ricevere C.P. oggi? È importante. Lui è già a Roma”. Alle 13.07 arriva la rassicurazione di Verdini: “Fatto”. 

Quello che sarebbe stato il “volto economico” di uno dei più sanguinari boss di Cosa nostra ad un certo punto avrebbe capito che per aprire alcune porte serviva entrare nel sistema di potere. Un sistema di potere quello creato da Amara capace di rendere permeabili e corruttibili anche giudici e toghe. Il sistema Siracusa ne è stato purtroppo uno degli specchi. 

Ma non c’è solo l’avvocato siracusano nell’agenda dei contatti “influenti” degli ex signori della ‘munnizza’ industriale. Nelle carte dell’inchiesta Piramidi, scattata nel 2017 e il cui processo è ancora in corso, è narrato il viaggio di N.P. con Matteo Renzi in Cina nel 2014, attraverso Invitalia. 


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