Covid: in bilico Arcoleo, il 'medico dei miracoli' del Cervello

Covid: in bilico Arcoleo, il ‘medico dei miracoli’ del Cervello

Perché ci sarà un avvicendamento. Chi arriverà al suo posto.

PALERMO- Fra circa una settimana, il dottore Giuseppe Arcoleo, il ‘medico dei miracoli’ del ‘Cervello’, secondo quanto dicono di lui i suoi pazienti guariti dal Covid, non si dovrebbe più occupare di Covid per essere trasferito in un reparto di pneumologia ‘normale’ di Villa Sofia. Il suo posto, verosimilmente, sarà preso da un primario che arriva dal Policlinico, secondo convenzione tra Università e azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’, una figura – il cui nome non anticipiamo, finché resterà un sussurro non ufficializzato – di comprovata bravura e professionalità. Tutto legittimo e prestabilito, per carità. Ma alcuni tra i colleghi del dottore Arcoleo hanno accolto la notizia con stupore: perché togliere dalla trincea il generale che, con la sua truppa, ha fatto già vincere tante battaglie contro il Coronavirus?

Chi è il dottore Arcoleo

Giuseppe Arcoleo si può raccontare in tanti modi. Si può raccontare al passato, come la cronaca impone, per un brutto capitolo che lo portò al centro di una vicenda giudiziaria che ebbe una coda polemica al momento del suo insediamento nella qualità di coordinatore dell’Utir (l’Unità di Terapia intensiva respiratoria) del ‘Cervello’. Si deve, per completezza di racconto, citare la testimonianza della moglie, Serena, dottoressa come lui. E si possono (e si devono) raccontare gli ultimi tempi del Covid. Il dottore Arcoleo, a detta dei suoi pazienti e dei suoi colleghi, è un modello di abnegazione, capace di unire competenza e umanità. E se i pazienti che tornano alla vita sono spinti a volere bene a chi li ha aiutati, è già più difficile, per un dottore, rintracciare tanta unanime simpatia negli altri dottori, perché il lavoro è una questione complicata. Eppure accade.

Il ‘medico dei miracoli’

Il cronista, in questa lunga guerra della pandemia, ha annotato spesso attestati di stima. Ne riportiamo due. La prima: “Ringrazio l’equipe tutta dell’Utir dell’ospedale Cervello, il primario Arcoleo, sono pazzeschi, lavorano intensamente senza sosta, a voi infinitamente Grazie. Il dottore Giuseppe Arcoleo è un uomo dedito alla causa, una persona professionalmente e umanamente eccezionale”. La seconda: “Sarò sempre grato ai medici, agli infermieri, ai fisioterapisti e a tutto il personale del reparto UTIR dell’ospedale ‘Cervello’ in cui sono stato ricoverato. Un abbraccio va al responsabile, il dottore Giuseppe Arcoleo”. Sono parole di Ernesto Mangiapane e Alessandro Picciotto, fortunatamente ‘risorti’ dal Covid. E sono solo alcuni esempi fra i tanti che si potrebbero citare. Ora, il ‘medico dei miracoli’ andrà in un altro reparto No Covid. Arriverà un altro medico di primissimo livello. Ma qualcuno, nell’ambiente e non solo, si chiede: con la quarta ondata alle porte era proprio necessario cambiare adesso?


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