Cracolici: "Centrosinistra largo per battere la destra" - Live Sicilia

Cracolici: “Centrosinistra largo per battere la destra”

Il deputato regionale boccia senza appello il Governo Musumeci.
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – Un centrosinistra “largo” da mettere in campo per le amministrative di Palermo ma guardando alla dimensione regionale e nazionale. Il deputato regionale del Pd Antonello Cracolici immagina questo schema di gioco senza preclusioni. “Non sono uno con la puzza sotto il naso”, dice. Dall’operazione di “Prossima” al “fallimento del governo Musumeci” Cracolici analizza la fase e detta “la linea” ai suoi. 

Onorevole, tracciamo un bilancio delle amministrative. 

Il bilancio non può che essere positivo, nel senso che laddove si è determinata la capacità di allargamento del Pd anche in direzione del Movimento Cinquestelle che per la prima volta si sono presentati con una novità perché finora non si erano mai cimentati in un rapporto di coalizione, mi pare che il risultato ha messo in campo un centrosinistra assolutamente competitivo.

C’era stato il precedente di Termini in realtà.

E’ iniziato con Termini poi c’è stato a Caltagirone, San Cataldo, Favara e altri comuni. Certo parliamo al momento di comuni di media grandezza, ma il dato politico è che c’è una capacità di competitività maggiore e quindi sappiamo bene che le amministrative sono un momento nel quale si sceglie chi può vincere e mi pare che il centrosinistra così allargato oggi possa essere nelle condizioni di vincere in tante elezioni amministrative. 

Prossimo appuntamento: le amministrative palermitane. Che schema di gioco ha in mente?

Lo stesso. Io immagino una coalizione larga in grado di offrirsi ai palermitani con una prospettiva anche di dimensione regionale e nazionale. Mai come in questo momento per governare una città così complessa abbiamo bisogno di un sistema di relazioni regionali e nazionali in grado di far fronte alle mille difficoltà che oggi si in contrano amministrando una grande città. Penso che vada ricercato e fatto ogni sforzo per determinare questo quadro.

Rispetto al campo largo per Palermo, lei ha delle preclusioni considerando che il centrodestra si sta spaccando e pezzi di centro scalpitano. 

Io sono abituato a valutare le cose che si determinano non quelle che si attengono la forse. Intanto lavoriamo per costruire una coalizione in grado di avere un’idea comune di governo della città comune, una visione per costruire un programma fatto bene e poi vedremo. Io non sono uno che ha la puzza sotto il naso, però ogni evento va valutato alla luce del fatto che si determina non perché lo auspichiamo. Gli auspici in politica rimangono desideri.

Ci si può anche impegnare a spaccare il fronte opposto, no?

Ci pensano da soli da questo punto di vista. Ma una cosa è chiara: il centrodestra che abbiamo conosciuto non c’è più. Ormai è una coalizione profondamente tirata dalla destra. Intendo da una visione, una lettura della società che si fonda più sulle paure che sulle soluzioni. La destra oggi è una narrazione di paure che alimenta e diffonde, non perché non ci siano nella società, ma non basta raccontare le paure bisogna individuare anche le soluzioni. Altrimenti creiamo una società senza speranza, la politica è esattamente il contrario. 

Parliamo del Pd e del suo recente ingresso in Prossima. L’ennesima corrente del partito per strappare uno strapuntino o un progetto di ampio respiro per rinnovare il partito e tutto il centrosinistra?

Prossima non è una corrente e non lo è per una ragione essenziale: non è rivolta soltanto agli iscritti del Pd. A Prossima aderiscono persone che non sono iscritte al Pd quindi sarebbe un ossimoro fare una corrente con chi non è iscritto al Pd. Sarebbe una perdita di tempo. In genere le correnti si organizzano tra gli iscritti non tra i simpatizzanti o i potenziali sostenitori. E’ invece il tentativo di costruire una sinistra più larga e offrire una sede di elaborazione e confronto in un momento in cui le divisioni costituiscono il principale asset dell’agire politico. Stiamo provando a dimostrare che si può stare insieme in un luogo da diversi ma lavorando per  gli stessi obiettivi.

A tal proposito lo schema del centrosinistra allargato può andare bene anche per le regionali?

Dobbiamo guardare alle prossime amministrative avendo uno sguardo lungo sulle regionali. Bisogna lavorare alle amministrative avendo lo stesso obiettivo per le elezioni regionali: questo è lo schema sul quale personalmente intendo dare una mano.

Un giudizio sui 4 anni di Musumeci. 

Il giudizio è sotto gli occhi di tutti: è un governo della narrazione. Il governo di chi ha raccontato che doveva cambiare e fare diventare bellissima la Sicilia: mi pare sia sotto gli occhi di tutti il fallimento. C’è il nulla. Non ci sono nemmeno le intenzioni ormai. C’è proprio il galleggiamento in attesa delle prossime elezioni con la speranza che Musumeci possa tentare di ricandidarsi e mi pare che una parte della sua coalizione riconosce 

l’inadeguatezza di questa esperienza per i problemi che ha la Sicilia. E paradossalmente, l’emergenza Covid ha nascosto la crisi di questa esperienza amministrativa perché in nome dell’emergenza si è data priorità alla vicenda Covid con tutte le conseguenze. La gestione della crisi ha mostrato anche nella gestione del covid alcune grandi falle ma soprattutto ha nascosto l’incapacità di far fronte ai problemi che vi erano 4 anni fa e che non sono stati risolti. 

Una sorta di alibi? 

Praticamente sì. Un alibi che ha mostrato anche nell’emergenza la visione di un governo che ha pensato di potere governare una regione complessa e complicata come Sicilia con un’idea di cesarismo senza avere Cesare. 


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