Mafia e falsi braccianti, il pentito: "Ecco il sistema" - Live Sicilia

Mafia e falsi braccianti, il pentito: “Ecco il sistema”

Nicola Amoroso, ex soldato degli Scalisi, fa nomi e cognomi.
OPERAZIONE IMPERO
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ADRANO – Quando Nicola Amoroso è diventato collaboratore di giustizia qualcuno ha iniziato a tremare. Non solo appartenenti ai clan mafiosi. Ex soldato degli Scalisi di Adrano, Amoroso ha voluto fare un salto nel vuoto. A spingere la sua scelta la paura di essere ammazzato. “Voglio collaborare con la giustizia – ha detto – sono dovuto andare in Germania perché i due gruppi mafiosi dei Santangelo e degli Scalisi volevano uccidermi perché Scarvaglieri (Pippo, ndr) voleva farmi assumere un ruolo di primo rilievo nel clan”. 

Il pentito annuncia di poter raccontare verità anche scomode. Dalla politica, al settore dei rifiuti, a esponenti delle forze dell’ordine infedeli. 

Nel blitz Impero – scattato qualche giorno fa – ci sono solo gli stralci dei verbali del 2018 in cui parla del sistema delle truffe all’Inps. Quello scoperchiato dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Adrano.” 

“Tutte queste truffe erano controllate dai due clan mafiosi di Adrano ovvero clan Scalsi e clan Santangelo Insomma, il titolare della ditta, anche se appartenente ad uno dei due clan doveva comunque versare una quota dei guadagni ad un clan nel senso che se non apparteneva a nessun gruppo doveva avere la protezione di un clan mafioso e versare allo stesso una parte di tali indennità”. 

E inizia a fare nomi e cognomi. Alcuni sono quelli finiti in manetta nella maxi inchiesta che tocca 87 indagati. “Se come nel caso di Vito Distefano apparteneva al clan Santangelo, comunque doveva dare ad Alfio Santangelo una quota dei guadagni per la cassa comune. Vito Distefano da molto tempo appartiene al clan Santangelo. ma nell ‘ultimo periodo ovvero 2015 e 2016 si dedicava alla truffa all’Ins e ad altre truffe che faceva con le sue ditte ovvero con ditte intestate anche a prestanome e comunque riconducibili a lui. Pietro Lazzaro è anche un componente del clan Santangelo e insieme a Vito Distefano facevano truffe all’Inps con le ditte a loro riconducibili”.

“Ricordo Angelo detto Pazzia”, dice Amoroso ai pm. “Era calvo ed era vicino al clan Santangelo ed anche aveva delle ditte con le quali faceva truffe poi dava una quota dei guadagni al clan Santangelo”. Per la Procura non è altri che Angelo Tomaselli, finito in manette. 


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