Centrodestra: l’egemonia, le prove di forza e i dissapori - Live Sicilia

Centrodestra: l’egemonia, le prove di forza e i dissapori

Da Mazara a Catania passando per Palermo: tutte le questioni aperte.
LA COALIZIONE
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PALERMO – Centrodestra: la guerra per l’egemonia. La kermesse azzurra di Mazara si è rivelata una prova muscolare in piena regola. Gianfranco Miccichè punta tutto sulle prossime amministrative di Palermo consapevole che i risultati di lista saranno dalla sua parte. E da lì potrà sedere al tavolo delle regionali da una posizione di forza.

Miccichè e la partita di Palermo

Gli azzurri chiedono il candidato sindaco di Palermo e puntano le loro fiches su Francesco Cascio ma il risiko è ben più complicato e l’orizzonte è Palazzo d’Orleans. Fanno pensare le parole pronunciate dal Mazara all’indirizzo dell’amato/odiato Musumeci. E sono una spia. “Se il prossimo presidente della Regione Siciliana non sarà di Forza Italia, non lasceremo agli alleati l’assessorato alla Sanità. L’errore è stato mio di avere lasciato ad un presidente della Regione, che non ha un partito, anche l’assessorato alla Sanità, che ogni tanto lavora per noi e ogni tanto contro. Se sarò io ancora a dover decidere, questo non accadrà più. La generosità va utilizzata con i generosi, quando invece la eserciti solo in un senso e non c’è ritorno, non ha senso”, ha detto il coordinatore azzurro. Insomma, eventuali passi indietro sul candidato alla presidenza dovranno tradursi con lauti riconoscimenti in termini di “assessorati di peso”.

Parole e interpretazioni

E anche in questa ottica il risultato che il partito otterrà nel match palermitano entra in ballo. Messa a mollo per il momento l’annosa questione “Musumeci sì, Musumeci no”. “Il candidato sarà quello più amato”, ha detto Miccichè dal palco. Una formula dorotea che può essere letta come un atto di non belligeranza nei confronti di Musumeci, visto che al momento le carte su possibili candidati alternativi restano scoperte. Il fatto che il tema centrale sia l’egemonia del campo di centrodestra è corroborato anche dalle parole del Cavaliere: il centrodestra non si spacca, ma la guida deve essere a trazione moderata.

Le primarie

Nel frattempo Salvini propone le primarie in tutti i Comuni dove non si troverà un accordo sul sindaco entro novembre con un riferimento esplicito a Palermo incassando l’ok di Maurizio Lupi leader di Noi con l’Italia che in Sicilia è federata con Cantiere popolare di Saverio Romano (che ha tutta l’intenzione di giocarsi la partita alle amministrative) e quello di Giorgia Meloni. E Musumeci? Gli occhi sono puntati su Catania, qui sabato il presidente organizza la kermesse di Diventerà Bellissima.

Il caso Catania

La città etnea nel frattempo attira comunque le attenzioni del centrodestra isolano e non solo: l’affaire Lega. La sostituzione dell’assessore Porto da parte del sindaco Pogliese, che è anche il coordinatore di FdI della Sicilia Orientale, difficilmente si potrà circoscrivere a vicenda locale (mettere dentro uno dei suoi prima dei tempi stabiliti con gli alleati). Come ha dimostrato l’addio dell’altro assessore in quota Carroccio, Fabio Cantarella, su volere dei vertici del partito (Salvini e Minardo). Una questione che rischia di alimentare malumori anche tra gli alleati (Mps in testa) e di minare i rapporti già abbastanza tesi a livello regionale tra i vari attori politici del centrodestra. 


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