Usura ai tempi del Covid: Comis junior condannato - Live Sicilia

Usura ai tempi del Covid: Comis junior condannato

La sentenza del Gup.

La Guardia di Finanza lo scorso anno lo ha beccato con in mano oltre 1500 euro in contanti. Nunzio Comis, figlio del noto capomafia di Picanello Giovanni, è accusato di aver prestato una somma di denaro ad un imprenditore pretendendo tassi usurai superiori al 100% su base annua. Il finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria avevano accertato che Comis “aveva prestato a usura la somma di 1000 euro, consegnandone al ristoratore solo 900 e pretendendo la restituzione di 1400 in 14 settimane. Nel corso delle perquisizioni i militari trovarono assegni e contanti. Comis, inoltre, risultava percettore del reddito di cittadinanza. 

Per l’accusa, quindi, avrebbe approfittato del momento di difficoltà dell’imprenditore: Comis è finito sotto processo per usura aggravata dal metodo mafioso. La vittima sarebbe stata minacciata di gravi ritorsioni in caso di inadempienza.

Il processo abbreviato si è concluso con una sentenza di colpevolezza. Nunzio Comis è stato condannato a 7 anni, 1 mese e 10 giorni di reclusione e 3.555 euro di multa (la richiesta del pm è stata 8 anni). Il gup Stefano Montoneri lo ha condannato al risarcimento del danno in favore ella parte civile, che liquida in 7.000 euro. 


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