Mazzaglia, Battaglia e i capi: il pentito svela nuovi segreti - Live Sicilia

Mazzaglia, Battaglia e i capi: il pentito svela nuovi segreti

Silvio Corra irrompe nel processo d'appello Overtrade.

CATANIA – Sfilano due collaboratori nel processo d’Appello Overtrade, che vede alla sbarra alcuni pezzi da novanta di Cosa nostra catanese. E da quello che raccontano i collaboratori alcuni imputati sarebbero i capi di alcuni gruppi storici della famiglia Santapaola-Ercolano. Silvio Corra, ex numero 1 dei Nizza di Librino, ha risposto alle domande dei pm Angelo Busacca e Iole Boscarino che hanno chiesto alla Corte di riaprire la fase istruttoria per sostenere l’esame del genero di Angelo Santapaola (vittima di lupara bianca nel 2007).

Silvio Corra si è concentrato su alcune figure centrali del processo: Salvatore Mazzaglia (nino ‘u caccagnu), il genero Mirko Casesa e Antonino Battaglia (recentemente finito anche nel blitz Alter Ego dei carabinieri). Il pentito ha raccontato di aver incontrato Nino Mazzaglia – che lo inserisce nel gruppo di Mascalucia – nel 2015 nella sua abitazione fuori Mascalucia. Glielo avrebbe presentato Francesco Santapaola (Colluccio, il cugino di secondo grado di Nitto), Il boss (genero dell’ergastolano Pietro Puglisi, ex vertice del clan del Malpassotu) avrebbe detto durante quell’incontro di essere pronto a riprendere gli affari illeciti non appena si fosse liberato delle restrizioni. Corra invece avrebbe conosciuto Mirko Casesa a Bicocca più o meno quattro anni fa. Il pentito ha raccontato che avrebbe avuto in custodia alcune armi da Vito Romeo, altro affiliato di Cosa nostra. Ha raccontato di alcuni episodi collegati all’acquisto di droga. Addirittura ci sarebbe stato il piano di affidare a Casesa gli affari di San Cristoforo visto che nel 2017 era in procinto di uscire dal carcere. Però poi non il piano organizzativo non è andato in porto. Corra parla anche di Nino Battaglia (figlio di Turi, ndr). Da Giuseppe Pastura (elemento dei Santapaola) avrebbe saputo che sarebbe diventato il responsabile del Villaggio Sant’Agata. I suoi affari – dice il collaboratore – sono soprattutto collegati alla droga. Nel 2019 ci sarebbe stato un incontro anche tra il pentito e Battaglia, quest’ultimo si sarebbe messo a disposizione. 

L’udienza che si è svolta oggi si è chiusa con l’esame di Salvatore Castorina, imputato nel processo, che ha chiesto di poter parlare. Il collaboratore di giustizia proveniente dalle file del gruppo Strano collegato al clan Cappello-Bonaccorsi ha raccontato diversi episodi di spaccio. Inoltre ha parlato dei  contatti con Salvatore Mazzaglia e con il figlio Giovanni. E nel corso del suo esame si è citato anche il nome di Victor Mangano.  E non sono mancati riferimenti anche a Nino Battaglia. 

Il processo d’appello – che è frutto dei ricorsi degli imputati dopo la condanna in primo grado del gup– ora va verso le fasi finali. Il 3 dicembre avrà inizio la requisitoria con la pg Iole Boscarino, il 17 dicembre le conclusioni sono affidate al sostituto procuratore generale Angelo Busacca. Poi a febbraio cominceranno le arringhe difensive. 

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