Agrigento, maxi truffa per un posto di lavoro: indagini chiuse NOMI - Live Sicilia

Agrigento, maxi truffa per un posto di lavoro: indagini chiuse NOMI

Furono raggirate 160 persone

Avrebbero adescato oltre centocinquanta persone, tra disoccupati in cerca di lavoro e proprietari di piccole imprese dell’agrigentino, con la promessa di una sistemazione certa in una fantomatica base militare in costruzione a Punta Bianca. Il tutto a due condizioni: il massimo riserbo, e dunque non rivelare niente a nessuno, e il pagamento di 2.500 euro.

La notifica del provvedimento

La Procura di Agrigento, con il capo Luigi Patronaggio ed il sostituto Giulia Sbocchia, ha notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di tre persone adesso accusate di associazione a delinquere, truffa e sostituzione di persona: si tratta di Luciano Montemurro, 62 anni di Favara, e i fratelli Angelo e Diego Favara, 57 e 49 anni, di Canicattì. A notificare il provvedimento sono stati i carabinieri della Compagnia di Canicattì guidati dal capitano Luigi Pacifico. Una maxi truffa, quella ipotizzata dagli inquirenti nell’inchiesta denominata Multilevel, che andrebbe avanti almeno da due anni. Per rendere il tutto più credibile gli indagati avrebbero organizzato riunioni con le vittime adescate mostrando loro plichi chiusi con timbri in ceralacca, pre-contratti realizzati ad hoc e riportanti l’intestazione e addirittura i timbri falsi del Gruppo Interforze della Nato.

Il capo dell’organizzazione

A capo della presunta organizzazione ci sarebbe stato Montemurro che durante questi meeting si presentava come il “Cardinale Vescovo di Monreale”, personaggio di rilevante influenza sociale e politica. Agli indagati viene contestato anche il reato di sostituzione di persona poiché, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbero spacciati anche per collaboratori del Segretario Generale della Difesa, il generale agrigentino Luciano Portolano, indicandolo quale futuro comandante della fantomatica base militare di Punta Bianca.

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