Cefalù, 'abusi sessuali in mensa': imputato condannato

Cefalù, ‘abusi sessuali in mensa’: imputato condannato

Ha detto di essere stato vittima di una vendetta, ma il giudice ha creduto al racconto di due donne

L’imputato si è sempre proclamato innocente e vittima di una vendetta per questioni di lavoro. Il Tribunale di Termini Imerese, presieduto da Vittorio Alcamo, ieri ha condannato un cinquantaquattrenne di Cefalù a 4 anni di carcere per abusi sessuali.

Secondo l’accusa, avrebbe palpeggiato il seno e il sedere di due colleghe della cooperativa che nel 2015 gestiva una mensa. Una delle donne sarebbe stata costretta a praticargli un rapporto orale. Le vittime non avevano denunciato per paura di subire ritorsioni.

Un giorno trovarono la forza di raccontare tutto ai carabinieri. Si sono costituite parte civile al processo con l’assistenza dell’avvocato Giuseppe Minà. Saranno risarcite in sede civile.

L’imputato è stato giudicato colpevole anche del reato di calunnia perché presentò una contro denuncia, puntando il dito contro una delle due donne che lo avevano accusato.

Il legale della difesa, l’avvocato Salvatore Sansone, annuncia che farà ricorso in appello: “La ricostruzione offerta dalle parti offese è lacunosa e incoerente, siamo certi di potere dimostrare in secondo grado che la versione attendibile è quella dell’imputato”.


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