Palermo, parla Corona: "Non sono un mafioso"

Palermo, parla Corona: “Non sono un mafioso”

I legali: "Nessuna accusa nei confronti di altri soggetti"

PALERMO – I pubblici ministeri lo considerano “un boss moderno”, ma lui respinge le accuse ed è passato al contrattacco. Giuseppe Corona, sotto processo insieme ad altri imputati, nelle scorse settimane ha chiesto di potere fare dichiarazioni spontanee davanti al giudice.

L’imputato Giuseppe Corona

Ha parlato a lungo per smentire soprattutto le accuse che gli aveva rivolto Gaetano Fontana, aspirante collaboratore di giustizia del rione Acquasanta che non ha convinto i pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Il mensile S in edicola ricostruisce, passo dopo passo, le dichiarazioni spontanee di Corona. Racconta una serie di episodi, a cominciare dalla sua esperienza carceraria per proseguire con pagine di vita quotidiana vissute fra Resuttana, alla cui famiglia mafiosa sarebbe affiliato, e Porta Nuova.

Il racconto inizia dal giorno in cui ammazzarono il padre mentre lavorava dietro il bancone di un bar.

Sulle sue dichiarazioni rese in aula intervengono con una nota i legali di Corona, gli avvocati Giovanni La Bua e Antonio Turrisi: “Corona non è mai stato condannato per delitti di stampo mafioso. Le dichiarazioni spontanee rese nel corso dei procedimenti, nei quali lo stesso riveste la qualità di imputato, sono tese esclusivamente a respingere ogni sua responsabilità in ordine ai fatti contestatigli e ad affermare la sua totale estraneità al fenomeno criminale mafioso. Pertanto non si profila alcuna compatibilità e o volontà di Giuseppe Corona ad assumere la veste di collaboratore di giustizia o comunque di rendere dichiarazioni accusatorie nei confronti di altri soggetti”.


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