Droga allo Sperone, don Ugo: 'Sbagliato togliere i bambini'

Droga allo Sperone, don Ugo: ‘Sbagliato togliere i bambini’

Parla il parroco del quartiere dopo il blitz che ha coinvolto intere famiglie.

PALERMO- “Togliere i bambini dello Sperone alle famiglie? Sarebbe l’errore più grave di tutti”. Don Ugo Di Marzo, parroco di Maria Santissima delle Grazie, uno che il quartiere lo vive e lo conosce bene, è categorico. C’è un dibattito in corso. La Procura dei minori di Palermo, con molta prudenza, in verità, ha messo il dito nella ferita dei baby pusher. Le scene che abbiamo visto, in calce all’ultimo blitz – bambini coinvolti nel mercato della droga in chiave familiare, come fatto consueto – sconvolgono. Ecco perché, in alcuni casi, alla luce delle norme esistenti, si parla di allontanarli dalle famiglie coinvolte nell’operazione antidroga Nemesi, del 2 novembre scorso. Ovviamente, come è stato ribadito, non in modo indiscriminato. Non bastano genitori che spacciano per instaurare il provvedimento, non si discute di questo. Ma soltanto di situazioni particolari da affrontare con cautela e sensibilità. Tuttavia, la marea delle parole si diffonde ovunque, sui social come altrove. Ed è qui che interviene don Ugo.

“Sarebbe un gravissimo errore – ribadisce il parroco –. Qualcosa che incattiverebbe il contesto ancora di più. Se ci sono davvero situazioni di rischio, a mali estremi, estremi rimedi. Ma, in caso contrario, dobbiamo fare altri discorsi. Qui serve la prevenzione. Occorrono progetti di crescita e di investimento presso le famiglie che devono essere sostenute. In ambito familiare i piccoli sono rispettati. Ci vuole un esercito di educatori. Non servono idee, sicuramente in buonafede, che accrescerebbero l’odio nei confronti delle istituzioni, provocando traumi insanabili”.

E’ un punto delicatissimo. Sono sacrosante le preoccupazioni di chi vorrebbe salvaguardare i più fragili, i più innocenti. L’intervento di don Ugo, che si rivolge alle tante parole fiorite sull’argomento, è però opportuno. Ricorda a tutti che ogni legame d’amore assume un valore supremo e che, per infrangerlo, è necessario che ci siano elementi concreti e gravissimi.

Proprio in occasione dell’ultimo blitz, le parole di don Ugo sono state lampanti: “Non si deve dire che questo è un quartiere-ghetto, non per sua scelta, almeno. I politici vogliono il ghetto per cercare voti, tutti i politici. Ma lo Stato è presente. Le mamme, i papà, chiedono aiuto”. Ed è necessario dare aiuto. Altrimenti ci saranno altri blitz, altri bambini che rischiano di perdersi. E ci saranno altre storie di un dolore che, in certi casi, nessuno sa neanche chiamare per nome. 


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