L'asta e le minacce, la teste nega: pg invia atti alla procura - Live Sicilia

L’asta e le minacce, la teste nega: pg invia atti alla procura

La donna esaminata oggi nel processo d'appello Brotherhood rischia l'accusa di falsa testimonianza.

CATANIA – “Non ho subito alcuna pressione. E non so nulla dei dialoghi di mio marito prima dell’asta giudiziaria”. Nega di aver subito minacce la donna che diversi anni fa doveva partecipare ad un’asta e poi si ritirò improvvisamente. Un dietro front che secondo la ricostruzione accusatoria dell’inchiesta Brotherhood sarebbe stata proprio legata a delle intimidazioni subite da parte di alcuni imputati, che oggi stanno affrontando il processo di secondo grado davanti alla Corte d’Appello di Catania. Non hanno però convinto le parole della testimone al pg Angelo Busacca che ha chiesto l’invio degli atti alla Procura per valutare se ci sono gli estremi per contestare il reato di falsa testimonianza. 

Nell’udienza di oggi era previsto l’esame di un altro teste, che doveva essere sentito su uno degli episodi di estorsione oggetto del ricorso d’appello da parte del pm dopo la sentenza di primo grado. La Corte d’Appello ha rinviato al 26 gennaio.

Nella scorsa udienza invece sono stati ascoltati alcuni collaboratori di giustizia, precisamente Gianluca Presti e Stefano Prezzavento, che hanno acclarato la posizione di vertice di Aldo Ercolano (figlio di Iano) nella cupola di Cosa nostra. L’inchiesta, scattata nel 2016, ha scoperchiato un legame criminale tra il boss e alcuni pezzi di una loggia massonica. Il processo di primo grado è terminato con una serie di assoluzioni per turbativa d’asta ed estorsione che sono state impugnate dalla Procura. Precisamente i pm hanno fatto ricorso per le posizioni di Francesco Rapisarda, Adamo Tiezzi, Antonino Finocchiaro e Christian Puglisi. Hanno anche impugnato anche la sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’avvocato Antonio Drago. Il Tribunale, infatti, aveva derubricato il reato da estorsione ad esercizio arbitrario e aveva condannato il legale solo per usura. Verdetto al centro dell’appello della difesa. Anche i difensori di Aldo Ercolano e Giuseppe Finocchiaro hanno fatto ricorso dopo la condanna dei due imputati. 


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