Catania, Covid: ecco i numeri delle scuole in quarantena

Catania, Covid: ecco i numeri delle scuole in quarantena

La regola che impone la quarantena in caso di tre contatti positivi ha già spinto decine di classi verso la didattica a distanza.

CATANIA – Sono state 24 ore di passione, quelle passate dagli studenti e dagli insegnanti italiani. Tanto è durata la circolare congiunta tra il ministero della Salute e quello dell’Istruzione che, a sorpresa, comunicava che per mandare in quarantena e in didattica a distanza una classe sarebbe bastato un singolo caso positivo, prima che arrivasse l’intervento di Mario Draghi a ristabilire le regole attuali. Una confusione in cui si rischiava di aumentare il numero di studenti in Dad rispetto a quelli attuali.

I numeri nelle scuole

Nel distretto scolastico di Catania, che comprende anche Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, ci sono al momento 11 classi in quarantena, ovvero in cui ci sono almeno tre persone positive, secondo la normativa finora adottata. Le classi in cui si fa il controllo con testing, ovvero quelle con meno di tre contagiati in cui tutti fanno un tampone a 48 ore dal riscontro di positività di un compagno e poi lo ripetono dopo cinque giorni, sono 30. In totale il numero di positivi nel distretto catanese è di 42 studenti.

Sono 5 invece le classi in quarantena nel distretto di Paternò, con 4 in sorveglianza e testing. Il totale dei positivi è di 16 persone, mentre nel distretto di Acireale, con 39 positivi attuali, ci sono 9 classi in quarantena e 17 classi in testing. A Bronte, infine, con 44 soggetti positivi ci sono 21 classi in quarantena: l’alto numero è spiegato con la possibilità che fra i contagiati ci sia un docente, che dunque potrebbe aver fatto scattare le misure di sicurezza per diverse classi.

“Serve una comunicazione decisa”

“In questo momento la situazione è abbastanza sotto controllo”: a commentare i numeri è Franco Luca, responsabile dei servizi territoriali dell’Asp. “I positivi ci sono, l’idea di vaccinare tutti, personale docente e non docente, può diventare un fattore importante, sperando che non si arrivi alla didattica a distanza. Ritengo però che ci voglia chiarezza, soprattutto in un momento in cui si parla di estendere le vaccinazioni ai bambini: serve comunicazione chiara, decisa, senza ambiguità, perché i bambini sono un mondo fragile e un errore può compromettere tutto”.

“Per completare la campagna vaccinale – prosegue Luca – è necessaria una comunicazione seria, cosciente, univoca, soprattutto per la parte scientifica e governativa. Le due parti, scienza e governo, devono dire di camminare insieme e si deve camminare davvero insieme. Capisco che non si debba creare allarmismo, ma consapevolezza sì: la variante Omicron, anche se meno pericolosa, può essere più diffusiva, ed è sui numeri che si gioca la partita: dunque se è necessario tornare alle mascherine al’aperto e all’igienizzazione, facciamolo. Campagna vaccinale, mascherina e igienizzazione sono i tre pilastri per passare un Natale sereno”.


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